De Michele (Lega) sul Piano di Riequilibrio del Comune

Mimmo De Michele

Da avvocato penalista, abituato alle discussioni su fatti concreti e prove certe, mi astengo da valutazioni del già “trascorso elettorale” e che oggi posso distogliere sulle vere responsabilità a cui la politica deve mirare e rispetto alle quali deve confrontarsi.

Alla luce di quanto accaduto nel corso di questa traumatica consiliatura credo che l’Amministrazione ed il suo Sindaco, nella scarna veste di maggioranza, sia inesorabilmente al capolinea. Siamo al culmine di vicende grottesche: ci troviamo, ancora una volta, di fronte all’ennesimo atto farsesco di una coalizione al collasso programmatico-gestionale.
Brindisi è alla deriva, in balia dell’incertezza e della precarietà; le dimissioni sarebbero, inevitabilmente, un grande gesto di umiltà e responsabilità, non verso l’opposizione, ma verso la nostra amata città.
Giocare, in extremis, la carta del “riequilibrio” appare un po’ scontato e, dove non è utile, risulta addirittura dannoso. Che il Comune di Brindisi, da diversi anni, fosse in dissesto, non era certo un segreto, anzi! E chi ha deciso di chiedere fiducia ai cittadini, partiti compresi, era ben a conoscenza della situazione gravosa a cui andava in contro. Bisognava amministrare con saggezza e razionalità, attuando una programmazione politico-amministrativa reale e conforme alle disponibilità di cassa. Accertamento, quest’ultimo, che va annoverato tra i primi atti operativi di un Sindaco e di una amministrazione: invece si è semplicemente ratificata una certificazione dirigenziale e commissariale al quanto approssimativa. Errore grave, ed elementare, per un amministratore virtuoso e lungimirante!
Un segnale, quest’ultimo, già chiaro e significativo di quella che sarebbe stata la gestione Rossi.
E alla fine è andata esattamente come noi avevamo previsto: Il Sindaco e compagni sono riusciti a scavarsi la fossa da soli, prima indebitando il Comune fino all’orlo del fallimento, poi redigendo un Piano di riequilibrio finanziario “opaco” tanto quanto lo erano stati i bilanci di questi anni redatti ed approvati, fatto ancor più grave, in barba alle censure ed alle osservazioni mosse puntualmente dalla Corte dei Conti.
Ahimè! Resta il rammarico di aver fatto perdere a Brindisi e ai brindisini troppo tempo, almeno un anno e mezzo di non-governo, bocciature, debiti su debiti, deriva economico-sociale della città sotto ogni profilo. Invece oggi quali sono le priorità? Sbandierare foto con i colleghi Sindaci ed il Governatore (per fortuna dei pugliesi ancora per poco! ) Emiliano, tra i principali artefici del depauperamento economico-sociale della nostra città e della nostra splendida provincia.
Ecco perché, da dirigente di partito, ma soprattutto da cittadino, mi chiedo: al di là di un piano di riequilibrio giuridicamente e amministrativamente doveroso, veramente Il Sindaco Rossi è convinto di poter sostenere questa eutanasia politica? La politica è fatta di programmi, di idee, di capacità e competenze, e una città difficile come la nostra amata Brindisi, senza una seria programmazione è spacciata, e’ destinata all’oblio.
Proprio per questo il Sindaco, persona per bene e stimata, se ha rispetto per il suo ruolo, per la politica e per i brindisini che lo hanno eletto, dovrebbe compiere e ratificare non un atto ragioneristico o di mero opportunismo politico, ma l’unico atto di dignità e di rettezza: le dimissioni, sottovalutato sinonimo di umiltà e coerenza.
Concludo con le parole di un grande statista, che possano essere il vademecum per me e per chi oggi vuole fare la politica vera, sana e virtuosa: “Ci sono molti che nella politica fanno solo una piccola escursione, come dilettanti, ed altri che la considerano e tale è per loro, come un accessorio di secondarissima importanza. Ma per me, fin da ragazzo, era la mia carriera, la mia missione” (De Gasperi).

Avv. Cosimo De Michele
Segr. cittadino Lega Salvini Premier

 

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