La segreteria confederale della Cgil di Brindisi, congiuntamente al coordinamento industria costituito con le categorie Filctem, Fiom, Filt, Filcams e Flai, alza il livello della protesta per ottenere risposte certe sul futuro dei lavoratori del petrolchimico e della centrale Enel. È stato avviato un percorso di mobilitazione che proseguirà con un calendario di impegni «tesi a scongiurare la chiusura del cracking di Versalis e lo smantellamento della chimica di base», spiega la Cgil. In quest’ottica, il 17 febbraio è in programma a Brindisi un’iniziativa della Cgil nazionale al fine di coinvolgere i delegati, i lavoratori, le istituzioni e i parlamentari. Il sindacato chiede al Mimit e a Eni di «fermare la chiusura e di prolungare le attività del cracking di Brindisi per non compromettere le attività degli altri impianti di Versalis e di aziende quali Basell, Chemgas, Enipower e Brindisi Servizi Generali», oltre che «avviare tutti i progetti di reindustrializzazione annunciati nei nuovi settori strategici per la transizione, senza vincolarli alla chiusura degli impianti esistenti». Le istanze riguardano anche il settore della ricerca: la Cgil vorrebbe un impegno di Governo ed Eni nel «sostenere i progetti necessari al rilancio della ricerca, svolgendo un ruolo attivo nella Cittadella della ricerca». Ma anche di «sostenere progetti di biorimedio e forestazione urbana». Infine, viene chiesto di «favorire un Accordo quadro da sottoscrivere con tutte le aziende coinvolte nel perimetro di Enel al fine di garantire tutti i lavoratori, riconoscendo ammortizzatori sociali straordinari, integrazione al reddito e percorsi di riqualificazione professionale nell’attesa dell’Accordo di programma e di nuove attività industriali». Intanto il sindacato parteciperà oggi ai due tavoli convocati dalla Regione Puglia: il primo specifico su Basell, il secondo sulla crisi del polo chimico brindisino.