La mia rubrica su questo giornale ha il senso di sensibilizzare i pazienti alla prevenzione, mi occupo di medicina del benessere, benessere che passa dagli stili di vita e dall’alimentazione. Sono prima di tutto un medico. Quello che sta succedendo in queste ore nella mia città, mi fa capire che ancora una volta, nonostante tutta la medicina, si sta orientando sulla prevenzione delle patologie, prima di doverle curare, la cittadinanza, continua a non capirne l’utilità.
Tanti nostri concittadini, domiciliati o residenti in regioni del Nord Italia, sono letteralmente scappati da quelle regioni, per rientrare in Puglia.
Incuranti del danno che stanno per provocare. Ma la cosa che più mi fa rabbia, è che noi medici abbiamo ricevuto ancora pochissime segnalazioni. Mi arrivano tanti di quei messaggi su whatsapp su potenziali manipolazioni e esagerazioni da parte dei governi sulla situazione e sulle conseguenze del coronavirus. Purtroppo o per fortuna, conosco anche la reale situazione, e cioè quello che succede ogni giorno e giorno per giorno, nei reparti, negli studi di medicina generale.
Abbiamo avuto due grandi fortune, la prima è stata quella di osservare “ da lontano” cosa è capace di causare questo virus, ma allora forse era troppo lontano per prendere coscienza. Il rischio si è avvicinato ed abbiamo avuto la fortuna di poter organizzarci per tempo seguendo le direttive e le linee guida.
Ebbene sì, stiamo ignorando e sprecando queste fortune. Ormai i reparti ospedalieri del Nord, sono al collasso e non c’è bisogno di sottolineare e ricordare, in quanto poco tempo anche i nostri si troveranno nella stessa condizione o in una condizione peggiore. La frase di un collega di una di quelle zone mi ha fatto gelare il sangue “si sta iniziando a decidere chi intubare e chi lasciare morire”.
Certo il panico non serve, ma serve responsabilità, non serve” preoccuparsi”, ma “occuparsi” di questa situazione.
Da giovane medico che ha deciso di rimanere al Sud, chiedo a tutti gli amici che per scelta o necessità hanno deciso di lasciare la nostra regione e che, hanno deciso di rientrare in questi giorni, di prendersi le proprie responsabilità e cercare il più possibile di tutelare se stessi, e gli altri, autosegnalandosi al proprio medico di famiglia o al dipartimento di prevenzione( sorveglianza.coronavirus@asl.brindisi.it). L’autosegnalazione tutela tutti, anche chi la fa. In caso di sintomi, è difficile pensare ad un coronavirus, se non sappiamo che venite da zone infette.
E’ di VITALE importanza seguire le regole igieniche (di mantenere un metro di distanza , igienizzare gli ambienti e superfici e lavare spesso mani ed indumenti).
Cerchiamo di tutelare medici, farmacisti e personale sanitario, se si ammalano, non possono aiutarvi. Cerchiamo di limitare le uscite ed i contatti inutili, tutto ciò che si può rimandare, può essere fatto, con uno spirito migliore, dopo che questo periodo sarà passato.
Soprattutto però, cerchiamo di non diffondere notizie di dubbia provenienza, la disinformazione e l’ignoranza hanno sempre fatto danni peggiori di qualsiasi altra epidemia.
ANDRA’ TUTTO BENE………MA DIPENDE DA NOI