Calcio, serie D: il Brindisi ‘schiaccia’ in casa il Bitonto (4-1) – di Giancarlo Errico

Prestazione vincente e convincente del Brindisi contro il Bitonto nell’esordio casalingo di questo nuovo campionato di serie D. Il 4 a 1 finale è il risultato conseguente di una supremazia costante per quasi tutti i novanta minuti di gioco, dove la squadra di mister Danucci ha dato dimostrazione dell’evidente disparità di valori tra le due formazioni. Non c’è reparto che abbia manifestato, almeno in questa prima uscita interna, dei punti deboli o critici e questo, è giusto evidenziarlo, va a merito della dirigenza che è stata in grado di allestire una formazione completa e competitiva in ogni settore del campo. Baldan e Sirri, Zampa e Dammacco, D’anna e Santoro senza dimenticare Di Piazza (in poco più di quaranta minuti giocati in due partire ha realizzato 2 reti) e Triarico hanno qualità tecniche ed esperienza che poche squadre di serie D possono vantare, senza dimenticare tutti gli altri componenti della rosa, compreso il gruppo degli under. I tifosi già fantasticano, immaginando una stagione ricca di successi e soddisfazioni ma siamo appena all’inizio di questo campionato e saranno tante le insidie che un girone come il nostro riserva abitualmente. Il Brindisi è forte, sarebbe ingiusto non ammetterlo, ma squadre come Casarano, Cavese e anche il Nardò non staranno a guardare e fa bene Danucci a ricordare che tutte le partite potranno nascondere rischi e difficoltà, che solo un gruppo coeso e determinato potrà affrontare con successo. In chiusura parliamo del pubblico. C’era molta attesa per vedere il nuovo Brindisi in azione sul proprio terreno di gioco (di erba ce n’era poca) e tutto sommato le presenze, circa 1.500, hanno confermato le aspettative della vigilia, ma questa squadra merita certamente molta più partecipazione, perché lo merita e perché solo con la grande presenza del tifo si può dare una mano alla società e a questi ragazzi che, se sostenuti, potranno dare grandi soddisfazioni. Stiamo sognando anche noi? Forse, ma dopo parecchi anni di speranze frustrate è bello credere in un sogno.

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