Brindisi domina nelle statistiche di squadra ma pecca in convinzione. Adesso concentrati sui 4 punti per la salvezza

BRINDISI – Ci ha provato Brindisi, ma probabilmente senza la dovuta convinzione. I biancazzurri hanno dato l’impressione di potersela giocare contro i più quotati avversari, che nel primo tempo sono riusciti a mantenere il muso avanti soltanto grazie alle invenzioni dei singoli. Nel secondo tempo, però, l’Happy Casa – che fino a quel momento aveva espresso un gioco corale e frizzante, impostato su veloci ripartenze in contropiede atte a punire la lenta transizione difensiva delle Vu Nere – ha perso il filo del discorso, forzando conclusioni soprattutto con il proprio play Moore, protagonista di 8 assist ma anche di uno 0/7 dal campo.

Brindisi ha vinto la sfida nella valutazione (98 a 94), a rimbalzo (38 a 33), negli assist (20 a 13), ha perso meno palloni (9 a 13) e ne ha recuperati di più (9 a 4), ma ha perso la partita per 94 a 85: perché? Perché la Virtus ha tirato con il 63% da due punti e con il 44% da tre (12/27), e nel basket, se segni così tanto, prendi fiducia e solitamente vinci. E poi la Virtus si è ritrovata un Gentile da 31 punti in 27 minuti, che è andato a soli 2 punti dallo stabilire il suo career high.

Sugli scudi per i biancazzurri il solito, immenso Lydeka (20+6), Smith (18+11+4 ass) e Giuri (19+5+4 ass.), che sembra oramai tornato quello inarrestabile di inizio anno.

Sul banco degli imputati, invece, ancora una volta Suggs (troppo pigro nelle letture offensive), Iannuzzi (che è tornato quello visto nelle prime due apparizioni) e Moore (buono in fase di regia, pessimo in quella realizzativa).

Abbandonati anche matematicamente i sogni di gloria, adesso a 7 giornate dal termine l’obiettivo dell’Happy Casa resta quello di conquistare quei 4 punti che significherebbero la salvezza pressoché matematica, soprattutto se si dovesse vincere contro Capo d’Orlando e quindi ribaltare la differenza canestri.

 

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