(Amare) Riflessioni sulla guerra – di Tiberio Saccomanno

Tiberio Saccomanno

Il 24 febbraio scorso erano da poco passate le sette del mattino e sono andato a svegliare i miei bambini in camera loro. Svegliando il maschietto che ha sette anni, e che solitamente guarda la televisione mentre fa colazione, mi sono preoccupato di informarlo che era successo qualcosa durante la notte, qualcosa di importante. Avevo necessità di farlo, lo vedo crescere giorno per giorno, in tutti i sensi, e mi preoccupo sempre di aiutarlo in ogni novità che si presenta alla sua conoscenza. E quella mattina, le novità avevano già sconvolto tanto il mio di equilibrio.
-“Svegliati, è tardi”, questo l’ho detto come ogni mattina, poi ho aggiunto: “papà devi sapere una cosa, e non ti devi spaventare né preoccupare, alcune persone cattive hanno fatto iniziare la guerra”.
-“Perché papà???” mi ha risposto con occhi aperti come mai nelle altre mattine e mentre stranamente si metteva già a sedere sul letto.
A quella domanda non ho ancora risposto, e non so se mai riuscirò a farlo. Se dovessi avere la capacità di rispondere al primo “perché”, e cioè perché è iniziata la guerra, so già che sarei costretto a rispondere al secondo “perché”, e cioè perché alcune persone sono cattive, e nell’eventualità dovessi inventarmi una risposta alla seconda domanda, so già che ce ne sarebbe una terza, alla quale sinceramente, oggi dopo sedici giorni di guerra non riuscirei proprio a dare una risposta: “chi sono queste persone cattive???”
L’unica certezza che oggi posso dare ai miei figli: è che da quel 24 febbraio 2022 il Mondo non sarà più lo stesso. Abbiamo fallito! Tutti! Siamo arrivati sulla Luna, su Marte, viaggiamo nello spazio per vacanza, e forse abbiamo sollevato talmente il collo che rischiamo di inciampare sulla terra a ogni piè sospinto. Abbiamo creato abbracci virtuali dal polo nord al polo sud, dalla Cina al Perù, dal Sudafrica alla Norvegia, ma poi ci indigniamo se i bisogni dell’altro non coincidono con i nostri. Abbiamo ridato la vita donando gli organi del nostro corpo a chi rischiava di perderla, ma poi accettiamo la morte per giusta causa.
La nostra umanità sta svanendo, nel senso che stiamo perdendo ciò che di umano c’è in noi. L’Umanità non ha senso se per costruire il futuro bisogna distruggere la natura, se per egoismo bisogna uccidere la vita, se in nome di un principio di una idea di un interesse di una giustizia di parte si legittima il sacrificio di un bambino, di una donna incinta, di un soldato. NULLA VALE TANTO!
Io mi indigno davanti all’indolenza di TUTTI i governanti, di tutti i politici, di tutti i diplomatici, di tutti coloro che non sono riusciti a trovare una soluzione allo spargimento di sangue, e che ancora giorno dopo giorno continuano sulla stessa strada a rivendicare idee, posizioni, onore, territori, mentre ogni giorno che passa c’è sempre più morte dolore e sofferenza. VI ODIO! Vi odio perché la vostra priorità dovrebbe essere quella di salvaguardare il benessere dei vostri popoli, anche mentre vi incontrate a Versailles o in tanti bellissimi posti molto lontani da Kiev, da Damasco o da Kabul, e dimenticate quelle “radici cristiane” che tante volte indegnamente sbandierate. E non venite a raccontarci che il nostro benessere passa attraverso il sacrificio di vite umane per resistere all’invasore, o che bisogna stringere i denti perché la crisi economica è colpa alcune volte della pandemia altre volte del diavolo in persona.
La nostra vita e in alcuni casi anche la nostra morte, il nostro benessere e il nostro malessere, il nostro presente e il nostro futuro dipendono dalle vostre scelte. Io vi posso giudicare per quel che vedo e per come vivo, ma non riesco proprio a giustificarvi davanti a mio figlio.

TIBERIO SACCOMANNO

 

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