Aiutiamo Francesca … “Fino in fondo”

BRINDISI – Da qualche giorno ha affidato alla pagina Facebook “Fino in Fondo” la sua richiesta di aiuto  per continuare la battaglia contro il “mostro”.  Si chiama Francesca Voi, è brindisina, ha solo 28 anni e combatte con coraggio e determinazione contro una forma rara di tumore. La sua toccante storia gira, di post in post, su Facebook e non si tratta del solito sciacallaggio informatico.  Francesca esiste, vive, combatte da grande guerriera e ha bisogno di aiuto.

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La sua vita corre veloce come quella di qualsiasi ragazza della sua età fino al febbraio del 2015. Ama la natura e gli animali. E’ appassionata di musica rock e le piace viaggiare e fare sport. Parla e scrive in modo corretto il giapponese e, nel 2013, viene premiata con l’Ambrogino d’Oro per l’alto rendimento negli studi universitari (ancora in corso, Ndr).

Nel febbraio 2015 le viene diagnosticato un tumore di tipo “Sarcoma stomale dell’endometrio” anche conosciuto come “Sarcoma endometriale dell’utero di alto grado”. Si tratta di tipo di tumore molto raro nella sua specie e nella sua forma.

Presa in cura dall’Istituto nazionale di tumori di Milano, viene sottoposta ad un intervento di otto ore per l’asportazione di quattro masse tumorale e dell’apparato genitale. Le aspettative dei dottori non sono delle migliori e la sua vita si riduce ad una percentuale: quella di sopravvivenza. Francesca sa tutto, non si abbatte e combatte. I capelli cadono. La chemioterapia e i medicinali fiaccano. Il fisico è debole ma non la voglia di “risorgere dalle ceneri delle ipotesi negative” che le si erano create attorno. Tira fuori tutta la forza possibile lasciando stupiti i dottori. I capelli ricrescono, le forze ritornano. E’ più viva di prima e tutto sembra andare nel verso giusto. Il tempo riprende la sua corsa e Francesca non lo insegue. Si fa inseguire piuttosto.

Fino al Marzo 2016. Nella tac trimestrale di controllo,  vengono evidenziate nuove masse e noduli tumorali con presenza di metastasi che, a macchia d’olio, la “invadono”. “Da quel momento, tutto è sembrato, come una biglia messa su di una pendenza infinita che rotola ed acquista forza e velocità”, scrive Francesca nel suo post.

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Ma Francesca riempie gli ospedali con la sua grande voglia di vivere. Si fa portare i libri perché vuole riprendere a studiare. Gli amici la sostengono, la vanno a trovare. Il parrucchiere la raggiunge in ospedale. Le regalano splendidi make-up. Lei, intanto, sorride e mangia sushi. E quando è troppo debilitata per ricevere visite, raggiunge tutti attraverso i social network.

Questo non è servito. E nulla è servito che il suo papà inviasse la sua cartella clinica in giro per tutto il mondo, oltre che in Italia. Non esistono casi simili o similari che hanno dato esiti positivi con questa o quella sperimentazione. Così come a nulla è servito che si sottoponesse a nuove cure e sperimentazioni.  “La malattia mi prendeva in giro reagendo inizialmente positivamente, ma subito dopo sviluppando una specie di immunità tale da non fregarsene niente del tipo di chemioterapia, diventando sempre più forte, sempre più immune, sempre più inarrestabile”.

 

Ma è a questo punto Francesca che perde la voglia di combattere contro le sue paure e contro il “mostro”, tanto da vedere ogni battaglia già persa in partenza. “Per cosa combattere quando sei te stessa a non credere più nella vittoria? Nessun obbiettivo mi è parso più così importante, me ne bastava starmene a letto aspettando che le ore della giornata facessero il giro completo dell’orologio”.

Pochi giorni fa, però, la speranza si riaccende nel suo cuore quando le parlano di una donna di grandi capacità che lavora in una clinica privata di San Marino. Ottiene un appuntamento e questa donna le regala un motivo per cui sperare e combattere. “Ed anche se il mio corpo ancora fatica ad essere mio alleato, io ho deciso che voglio salire a bordo di questo nuovo treno, voglio aprire il finestrino e mettere la faccia fuori e lasciarmi spettinare dal vento, voglio lottare ancora, voglio lottare di nuovo, perché nessuno possa mai più togliermi il diritto di combattere le mie battaglie!”

Non è un semplice tentativo. E’ molto di più. È una speranza. Una possibilità che qualsiasi persona merita ma che “dipende” dalla capacità economica di ognuno perché le cure sperimentali sono molto costose. Così Francesca ha deciso di raccontare la sua storia al mondo intero, non solo ai suoi amici, per chiedere aiuto. E ora attende che il mondo le risponda.

“Questo non sarà un messaggio dove sarò qui a chiedere l’elemosina e tanto meno a cercare di commuovervi per potermi aiutare. Io racconterò la mia storia e la mia battaglia, lasciandovi liberi di sentirla come più vorrete.
Questa battaglia e questa petizione la chiamerò FINO IN FONDO, perché nonostante tutto, nonostante le nuvole, nonostante le cadute, non bisogna mai smettere di lottare,bisogna sempre aggrapparsi alla vita e combattere con le unghie e con i denti FINO IN FONDO. Vi giuro, che lotterò FINO IN FONDO”.

Postepay: 5333 1710 3840 4691(intestata alla mamma di Francesca, Maria Capone / Codice Fiscale: CPNMRA61B60L049Q)
IBAN: IT19G0760105138296211596228

Serena Passarelli

 

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