La domanda e il quesito che pone l’amico Domenico Ble, con il suo comunicato, non fa altro che evidenziare la pochezza politica diffusanella nostra amata Italia e particolarmente nel nostro Comune. Si chiede “dove siamo” potrei dire – al terminal della logica e del buon senso che la classe politica dovrebbe dimostrare nell’interesse generale e non particolare – ecco le ragioni per le quali gli Italiani di questa politica non ne possono più e pur di trovare il modo di esprimere la loro opinione, si spostano impazziti da uno schieramento all’altro, da un gruppo politico all’altro, alla ricerca di qualcuno che soddisfi la loro necessità di cambiamento.
Carissimo Domenico, conosco molto bene la Tua passione per la politica, la voglia di fare e l’onestà intellettuale che ti contraddistingue nell’impegno socio-politico quotidiano, purtroppo il tuo modo di pensare cozza con la volgarità di una becera politica all’italiana, dove tutti hanno imparato ad essere attendisti, a passare da uno schieramento all’altro, menefreghisti delle necessità di una intera comunità, che pensano più a spassarsela, piuttosto che fare gli interessi di coloro che rappresentano, a tutto ciò si contrappongono persone come te che credono ancora nella buona politica, bisogna perseverare per far ripartire l’impegno politico nella nostra Latiano, Platone, in una delle sue storiche citazioni diceva: “Una delle punizioni che ti aspettano per non aver partecipato alla politica è di essere governato da esseri inferiori”.
Nel nostro Comune, ormai lasciato a se stesso, urge ripartire, con la consapevolezza che si può costruire una nuova classe politica, attenta alle necessita di una comunità, devi crederci, dobbiamo crederci, altrimenti il futuro sarà lasciato a spregiudicate lobby che si serviranno della politica per impoverire sempre più la comunità.
Forse più di qualcuno dissentirà da quest’ ultimo pensiero ma quello che oggi offre il panorama politico latianese, dimostra la realtà disastrosa di perseverare con una amministrazione inetta nel gestire le poche risorse comunali, nel non saper gestire le problematiche giornaliere di una comunità (Strade, cimitero, scuole, ecc.), solo frasi ad effetto dette in Consiglio Comunale o con altosonanti comunicati di partecipazioni a progetti che comportano pochi spiccioli se tutto va bene.
L’impegno quindi è quello di insistere per un rinnovamento del fare politica, non cadere nell’immobilismo ma insistere con il dialogo, il confronto, sulle problematiche che attanagliano la nostra comunità e ricostruire quel tessuto sociale e culturale per tornare a fare politica nell’interesse di tutti i cittadini.
Vincenzo Parabita