BRINDISI – Simone Di Stefano è venuto a Brindisi per appoggiare la candidatura al Senato del brindisino Marco Canepa ma soprattutto per parlare del programma di CasaPound, che condivisibile o meno è stato esposto in maniera dettagliata ed estremamente tecnica. Una visione, quella del leader di CasaPound, che ha come archetipo l’uscita dall’Euro ed il ritorno ad una moneta nazionale: tale passaggio permetterebbe – secondo Di Stefano – di impiegare le risorse a disposizione senza vincoli posti da nessuno, e se questo dovesse comportare una svalutazione della nuova moneta ed un innalzamento dell’inflazione, poco male, perché ciò permetterebbe ad esempio di incrementare l’export.
I punti focali sui quali si è soffermato Di Stefano riguardano la necessità di preservare la sovranità e l’etnia italiana: incrementando le nascite di circa 500.000 unità l’anno attraverso la dazione di circa 500 euro al mese fino al raggiungimento dei 16 anni (un lapsus probabilmente, data l’uscita dall’euro annunciata dal leader), il tutto per un costo di circa 24 miliardi l’anno che potrebbero essere spesi anche mediante l’eliminazione del pareggio di bilancio dalla Costituzione; oppure utilizzando i migranti giunti in Italia per costruire infrastrutture nei loro Paesi d’origine, e ciò sotto il coordinamento delle aziende pubbliche italiane, che in Africa avrebbero la missione di costruire condizioni tali da arrestare il fenomeno migratorio. E se gli accordi bilaterali con i rispettivi Stati non dovessero permetterlo, allora CasaPound vorrebbe intervenire in Libia per ripristinare una sovranità nazionale tale da trasformarla in un effettivo argine contro l’emigrazione africana. Ciò perché – secondo Di Stefano – il sogno malato della Boldrini, di Saviano, della Bonino di un mondo globale non può avere reale attuazione senza andare a detrimento della identità e sovranità nazionale italiana.
Questioni economiche e welfare in cima all’agenda, dunque: un approccio che secondo Di Stefano dovrebbe indurre chi si considera di sinistra a votare per CasaPound. Sì, perché nonostante per stessa ammissione di Di Stefano l’estrazione del movimento rimandi alle politiche del Fascismo, CasaPound non si considera né fascista, né violenta né vicina alla criminalità organizzata, come darebbero modo di pensare alcuni episodi avvenuti ad Ostia ma fino ad ora non avvalorati dagli esiti giudiziari.
Non sono mancati neppure gli attacchi a Salvini, Berlusconi ed al Movimento5Stelle, il quale avrebbe promesso una rivoluzione salvo invece cambiare idea su tutto, ricoprirsi di inconsistenza ed avere come unica idea il reddito di cittadinanza, una formula – secondo Di Stefano – che favorirebbe la precarizzazione.
Il leader di CasaPound si è infine detto convinto di poter superare la soglia del 3% e di entrare in Parlamento, e ciò perché le loro idee sarebbero rivolte a tutti gli schieramenti in quanto la differenza non sarebbe – a suo dire – tra destra e sinistra ma tra chi vuole la globalizzazione ed il capitalismo e chi invece spinge per riaffermare la sovranità nazionale.
La parola è poi passata al candidato brindisino al Senato Marco Canepa, che ha spiegato di essersi avvicinato al movimento perché stanco delle umiliazioni subite dalla città e per fare piazza pulita dei personaggi che l’hanno governata fino ad adesso. Canepa si è descritto come un patriota, un brindisino orgoglioso di esserlo ed un non violento, e soprattutto come una persona attenta al sociale, come dimostrano le distribuzioni di generi alimentari e giocattoli effettuate in questi mesi a favore delle famiglie brindisine più bisognose. Secondo Canepa parlare di fascismo sarebbe anacronostico e bisognerebbe invece focalizzarsi sui bisogni della gente perché il sociale non è né di destra né di sinistra.
Infine Canepa ha voluto rispondere alla polemica sollevata da Ludovico Vico (Pd) sulla scelta di Palazzo Nervegna come location, spiegando come abbia voluto utilizzare il luogo simbolo di Brindisi anche per dare modo a Di Stefano di ammirare la colonna romana esposta all’interno del Palazzo.
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Andrea Pezzuto Redazione |