VIDEO – Terapia del dolore, se ne parla a Brindisi. Cinieri: “E’ un errore medico non farla”

BRINDISI – Da sempre, il dolore è considerato semplicemente come sintomo, cioè un qualcosa di conseguente alle malattie, da curare in un secondo momento. Al contrario, il dolore (specie quello cronico) è una vera e proprio malattia: provoca gravi disabilità psichiche, quali depressione ed ansie, ed ha un impatto negativo sulla qualità della vita, limitando, così, la capacità delle persone di compiere semplici attività quotidiane (es. guidare, fare la spesa, ecc. ecc.). Ha, dunque, una importanza rilevante a livello sociale, in quanto coinvolge sia il fisico che la psiche dell’individuo.terapia del dolore 3

Se ne è parlato proprio in un convegno tenutosi a Brindisi, ieri pomeriggio, presso il gremito teatro della chiesa San Vito, nel quartiere Commenda. A moderare, una presenza d’eccezione, quale Rosanna Lambertucci.terapia del dolore Sono intervenuti Giovanni Vitale, responsabile Servizio Terapia Antalgica e Cure Palliative dell’ospedale Perrino di Brindisi; Saverio Cinieri, primario del reparto di Oncologia dell’ospedale Perrino di Brindisi; Giovanni Gorgoni, commissario straordinario ARES (Agenzia Regionale Sanitaria) Puglia; Paola Ribecco, presidente Federfarma di Brindisi; S.E. Monsignore Domenico Caliandro, Arcivescovo di Brindisi-Ostuni; A completare il quadro, medici e professori universitari, specializzati nel settore.terapia del dolore 2

Il convegno è stato denominato ‘NienteMale Roadshow’, un percorso itinerante di incontri rivolti all’opinione pubblica che ha l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sul loro diritto ad accedere alla terapia del dolore, così come stabilito dalla legge 38 del 15 marzo 2010.

Per la lotta al dolore, l’Italia risulta tra gli ultimi Paesi europei, perimenti a Portogallo e Grecia. In Italia esiste un vuoto assistenziale nelle tematiche riguardanti il dolore; è una problematica fortemente trascurata, nonostante la legge 38. Con questo seminario, quindi, si cercano informazioni e, soprattutto, risposte.

“Lo scopo di questo convegno – ha dichiarato il dottor Gorgoni – è quello di fare sensibilizzazione e divulgazione su quelli che sono i diritti dei pazienti, dal punto di vista dell’alleviamento del dolore. Inoltre, cercheremo di fare il punto di quale è la rete d’offerta nella Regione Puglia, arrivata nel 2015, con due diverse delibere di giunta regionale; la prima, faceva la rete ma con un forte tagli ospedaliero e, la seconda, parlava di linee guida per le cure palliative. Ad oggi, la situazione è che, se da un punto di vista normativo-regolamentare siamo è una buona rete, ne va verificata l’attuazione effettiva. Il secondo step di lavoro che ci impegna per il 2017 è quello di far evolvere la rete già deliberata con un taglio più domiciliar. E’ vero che abbiamo i centri ospedalieri, ma è anche vero che la questione del dolore riguarda pazienti terminali e non terminali, i quali hanno bisogno di essere non troppi lontani, per le cure, dal proprio domicilio. In Italia – ha concluso il commissario straordinario ARES – fa fatica a prendere piede tale pratica, secondo me, principalmente per due motivi: limite culturale e limite strutturale. L’approccio culturale della medicina occidentale è ancora quello di risolvere episodi acuti in particolare e non alleviare quella che è una sintomatologia (il dolore); poi, c’è anche una componente di carenza di figure previste per fare terapia del dolore (anestesisti, psicologi, ecc. ecc.)”.

Dunque, un terapia fondamentale soprattutto per un paziente malato di cancro: “Avere dolore, significa ricordarsi di avere il cancro – ha detto il professor Cinieri – non avere dolore, vuol dire vivere meglio la propria vita e vivere le terapie in maniera ottimale. Noi dobbiamo assicurare ai nostri pazienti la miglior qualità di vita. Quindi, eliminazione dei sintomi, quali nausea, vomito, diarrea e dolore cronico.saverio-cinieri Mi arrabbio terribilmente – ha continuato – quando vengono da me pazienti, per una prima visita oncologica, in cui tutti i medici che gli hanno visti precedentemente non hanno gestito il sintomo ‘dolore’: è irritante. Quali riscontri ho avuto con questa terapia? Innanzitutto, bisogna evitare la demonizzazione del termine ‘terapia del dolore’. In Italia, ad esempio, la morfina è stato un farmaco gestito male, anche a livello comunicativo. E’ un bel farmaco, ma è obsoleto, anche se funziona ancora. Oggi, ci sono delle molecole nuove con cui il dolore viene controllato con meno effetti collaterali”. Cinieri, poi, alla domanda relativa ad una sorta di ritardo in Italia della terapia del dolore, ha le idee ben chiare: “Noi abbiamo un obbligo etico, morale, civile e legale di gestire il dolore dei nostri pazienti – ha terminato il primario del reparto di Oncologia del Perrino di Brindisi – in caso contrario, è un errore medico e questo è grave. Spero che questa iniziativa serva ad affermare sempre di più la terapia del dolore”.

Tommaso Lamarina
Redazione

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