VIDEO – Autonomia: cosa cambierebbe in materia di fisco. Le conseguenze per il Sud (da Il Graffio – Telenorba)

Le richieste sono chiare: le tre RegioniLombardia, Veneto ed Emilia Romagna – sia pure con diverse sfumature e portata, chiedono di trattenere il cosiddetto “residuo fiscale”, cioè una parte del gettito tributario. Soldi che servirebbero a finanziare meglio quello che viene gestito dallo Stato centrale.

Veneto e Lombardia, in particolare, vogliono che tutte le competenze tese a concedere incentivi, contributi ed agevolazioni siano ad esclusivo carico della Regione, senza più alcun coordinamento con lo Stato centrale per gli sconti di imposta. La Lombardia, in più, chiede la piena autonomia sulla disciplina dei tributi regionali e la tassa automobilistica, oltre al pieno riconoscimento della titolarità del gettito derivante dall’attività di controllo e recupero dell’evasione fiscale e dei condoni fiscali. Quindi, la titolarità della lotta all’evasione rimarrebbe in capo alla Finanza ed alla Agenzia delle Entrate, a cui andrà l’onere di recuperare il gettito, salvo poi girare i proventi  alle casse delle Regioni che hanno chiesto di staccarsi. Ma Lombardia e Veneto chiedono anche maggiore libertà sul contributo da dare al risanamento dei conti pubblici, attraverso un ammorbidimento delle regole sul pareggio di bilancio. Con l’autonomia differenziata, in sintesi, sul territorio di queste tre Regioni resterebbero più soldi, a  tutto vantaggio dei cittadini che usufruirebbero di servizi maggiori e più efficienti. La questione delle risorse è fondamentale. La Lombardia intende trattenere la metà del residuo fiscale, mentre il Veneto il 90%, chiedendo che le risorse vengano calcolate tenendo conto anche della ricchezza dei cittadini. In pratica i diritti saranno come beni di cui le Regioni potranno disporre a seconda del reddito dei loro residenti. Quindi, per averne tanti e di qualità, non basta essere cittadini italiani, ma cittadini italiani che abitano in una regione ricca. Il rovescio della medaglia? Bisogna fare i conti con un Paese che ha profonde differenze al suo interno. Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna producono oggi il 40% del Pil nazionale. Così, il rischio è che a perderci sarebbero soprattutto i cittadini del Sud. In altre parole, il principio che sta per passare è questo: se sei un cittadino abbiente e quindi paghi più tasse, hai diritto a più spesa pubblica. Da finanziare non con un aumento fiscale a carico della Regione, ma con una maggiore compartecipazione al gettito di uno o più tributi erariali. Ossia si consente a quella Regione di ritagliarsi una fetta più grande della torta complessiva, a scapito del resto del Paese, del Sud in particolare.

Pamela Spinelli (da Telenorba – Il Graffio)

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