UNA PARENTESI DI SPERANZA: un augurio per il nuovo anno – di Davide Gigliola

Trepidanti stiamo aspettando la fine di questo 2020 “indimenticabile”… Eppure c’è una sottile, ma sostanziale differenza che la grammatica italiana ci offre tra i verbi dimenticare e scordare. Il primo sta a significare il voler estirpare dalla mente i ricordi, mentre il secondo è farlo dal cuore. A meno che non si soffra di qualche disturbo cognitivo, dimenticare è difficile, mentre scordare invece implica la volontà personale di far uscire i ricordi dal cuore. Cuore che nella lettura mistica è il centro della vita. Partendo da questa spiegazione vorrei offrire il mio piccolo contributo per augurarci un buon anno nuovo.

Già annunciarlo buono ci dice con quanta superficialità lo abbiamo fatto nel tempo. Perché l’anno che finisce ci ha detto con potenza e prepotenza che siamo fragili come individui e come comunità. Si dice che il tempo è maestro di vita…allora è giusto farsi delle domande a cui ognuno di noi può rispondere nell’intimità del suo cuore. In questo tempo di difficoltà, di privazioni, di ansie, di malinconie, di paure cosa abbiamo imparato? Aspettiamo solo di consideralo un “ricordo” oppure a qualcosa sarà servito. È servito a vedere nell’altro un pericolo da evitare oppure gli abbracci e i baci mancati sono una necessità vitale? Questo tempo di “pandemia” mi pare abbia evidenziato ciò che siamo, che siamo diventati nel tempo. Chi si è lasciato sopraffare dalla paura e a cercato rifugi sempre più sicuri dove illudersi di vivere al riparo. Chi non ha avuto la decenza di tacere, ostentando supponenza di conoscenza e cercando ostinatamente letture catastrofiche e negando l’evidenza più evidente: il “super uomo” non è così onnipotente. In questo tempo tanti hanno dato libero sfogo alla rabbia, hanno seminato rancore. Il mondo si è snudato è ha mostrato con nemmeno troppo imbarazzo le sue laceranti diseguaglianze, un mondo fondato sull’economia che ha smarrito il senso profondo della sua univoca vocazione di umanità. E ciò che chiamo mondo non è un pensiero astratto, lontano dal reale, ma il nostro mondo, lì dove viviamo, lavoriamo, cresciamo.

Qualcuno in questo tempo ha anche tentato di vendere Dio usandolo a proprio piacimento per compiacere l’ultra narcisismo del proprio ego. Un Dio così dipinto che invece di essere svelato per quello che realmente e cioè Padre Amorevole e Padrone e Custode del Tempo diviene oggetto di dubbio, di disincanto e di bestemmia. Lo ha reso un amuleto magico, un portafortuna, un qualunque sincretico accessibile senza alcuna fede se non quella errata della salvezza automatica.

Chi abbiamo ascoltato in questo tempo? Nel vortice delle voci quotidiane, della tv urlata, dei social “democratici” fatichiamo a riconoscere la Voce che possa davvero guidarci e rincuorarci. Venditori di fumo e di illusioni, autoproclamati poeti del ridicolo e conoscitori di verità assolute. In questo tempo abbiamo capito forse quante relazioni inutili abbiamo coltivato nel tempo, abbiamo capito chi ci ha usato, chi ci ha vissuto con abuso di potere nel nostro cuore, chi ha violentato la nostra fiducia e chi ha rubato la nostra speranza nel domani. Abbiamo imparato che chi doveva andare è andato e chi doveva restare è rimasto…?

Vorremmo a tutti i costi inventare un oroscopo che invece delle ripetitive annue e costanti menzogne dica per una volta che la verità di un mondo migliore è possibile. Ma a che costo? Al costo di continuare così? Nel vivere uno stillicidio neppure lento nei confronti di tutti e tutto?

Cosa abbiamo perso in questo famigerato 2020? La lista ovviamente è lunga per ognuno, ma perché non provare a chiederci cosa ci ha lasciato in eredità il ricordo di quest’anno che termina? Siamo capaci di trovare ancora del buono non solo dentro di noi, ma intorno a noi. Credo di sì. Basta non lasciarci travolgere dai sentimenti negativi che ci vengono vomitati addosso e che troppo spesso vomitiamo anche noi. Costa ovviamente di più diffondere il buono e bello rispetto al fragore del male. Tocca a noi e solo a noi, senza disincarnarci dalla realtà che è sicuramente difficile, scegliere: da “social” a sociali, da incattiviti a gentili, da ignoranti a ricercatori della Verità, da soli a comunità… da arrabbiati a innamorati. Come sarebbe bello se invece che rigurgitare in continuazione malessere e rabbia imparassimo ad asciugare lacrime, a dare conforto compassionevole, amicizia sincera, abbattendo una volta e per tutte le impalcature di perbenismo borghese e ipocrita che abbiamo costruito in noi e intorno a noi… Come sarebbe bello se imparassimo ad apprezzare il circostante e gli istanti semplici che il Creato ci dona e che i legami possono rafforzare. Come sarebbe bello imparare a respirare…noi che diamo tutto per scontato e dovuto e che abbiamo dimenticato cosa siamo e cosa vogliamo, nel tempo mutevole che lasciamo fuggire spesso inutilmente… Impareremo a dire grazie e a chiedere scusa? Impareremo dopo tutto questo ad apprezzare la vita? Perché forse una lezione che quest’anno che finisce ci consegna è che nessuno si salva da solo.

Ecco allora che il tempo non sarà un nemico da temere, ma un alleato da apprezzare. Perché nonostante possiamo impegnarci a “controllarlo” non si lascia ingabbiare perché essenzialmente libero, si lascerà al massino archiviare per poter diventare memoria della mente e del cuore. Noi ancora una volta potremmo scegliere unicamente cosa scordare e cosa imparare per essere ciò che dobbiamo essere: uomini!

Vorrei riassumere questo mio accorato e certamente limitato augurio con le parole di questa poesia di Antonio M. Rugolo. Possa allontanare in ciascuno la tentazione della rassegnazione, dello sconforto e soprattutto dell’utopia di credere in un futuro migliore fatto da persone migliorate.

“…E l’amore guardò il tempo e rise,
perché sapeva di non averne bisogno.
Finse di morire per un giorno,
e di rifiorire alla sera,
senza leggi da rispettare.
Si addormentò in un angolo di cuore
per un tempo che non esisteva.
Fuggì senza allontanarsi,
ritornò senza essere partito,
il tempo moriva e lui restava…”

Davide GIGLIOLA

CONDIVIDI

1 COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO