Tornano in scena le Pietrevive del Salento e lo fanno con la loro Mater dolorosa, lo spettacolo pasquale che racconta i riti della Settimana Santa tra musica e poesia. Sono tre le date che la compagnia ha fissato sul calendario in tre città nelle quali il sentimento popolare e religioso, soprattutto in questo periodo dell’anno, è ancora molto forte: la prima è stata mercoledì 9 aprile da Francavilla Fontana, nella chiesa dei padri liguorini, parrocchia sant’Alfonso Maria De’ Liguori, alle 19; martedì 15 aprile, poi, sarà la volta della basilica cattedrale di Oria, santissima Maria Assunta in cielo, alle 20; chiuderà il triduo di spettacoli l’esibizione nella chiesa di Santa Maria di ogni bene, nel complesso degli agostiniani, a Lecce, mercoledì 16 aprile alle 20. La rappresentazione dei riti della Settimana Santa tra musica e poesia è il frutto del lavoro di scrittura e di ricerca storica e artistica di Tonino Papadia, appassionato studioso delle tradizioni popolari e della sociologia del meridione d’Italia, soprattutto quella riguardante il Novecento. La rappresentazione, partendo dal Pianto della Madonna di Jacopone da Todi, mostra un percorso nelle tradizioni popolari sulla figura struggente di Maria ai piedi della Croce, immagine eterna di tutti i dolori di ogni madre. I canti, le musiche e le antiche laudi propongono un originale coinvolgimento sui riti della Passione che ha dimostrato già ovunque sia stato proposto di appassionare il pubblico nel suo complesso, non solo i fedeli. Nella narrazione e nelle celebrazioni dei riti della Settimana Santa il teatro e la musica hanno sempre avuto un ruolo importante, di grande suggestione e coinvolgimento popolare che è addirittura cresciuto nel tempo. Nell’Italia meridionale e nel nostro territorio, che è lo sfondo dell’intero percorso narrativo proposto da Papadia e dalle Pietrevive, l’accompagnamento ai riti della Settimana Santa si è espresso anche attraverso la proposta di compagnie teatrali, associazioni culturali e musicali che offrono un singolare accostamento tra il patrimonio colto e quello popolare, dalle marce funebri, ai canti di dolore della tradizione tramandati da generazione in generazione per via orale e recuperati grazie agli sforzi storiografici e di ricerca di studiosi come Papadia, alle laudi e ai lamenti che narrano il dolore di Maria e la Passione del figlio. Le Pietrevive del Salento ritornano con una formazione ampia e ricca di talento: Tonino Papadia, voce narrante; Antonella Rubino, voce; Francesco Longo, fisarmonica; Antonio Saracino, fiati; Angelo Guarini, chitarra e violino; Vito Bellanova, contrabbasso; Angelo Gaglione, percussioni e voce. Voci narranti: Ofelia Corrado, Maria Isabella D’Amico, Valeria Vacca, Sara De Girolamo, Federica Quaranta, Anna Pagliara, Luciano Ligorio. La storia delle Pietrevive è cominciata più di 25 anni fa: nate come associazione culturale e laboratorio di drammaturgia e musica popolare, nel corso del tempo si sono rivelate una fucina di talenti di varia natura che ha dato modo a tanti giovani, e meno giovani, artisti di potersi esprimere, toccando le tante corde che intrecciano la struttura del gruppo storico della formazione. Il nucleo dell’ensemble si fonda sulla presenza fissa di Papadia e Gaglione, anime di ferro del progetto. Le ballate, le storie, le leggende popolari, un tempo fonte di ricerca orale, sono state incanalate in rappresentazioni teatrali e in concerti con l’obiettivo di offrire al pubblico non solo uno spaccato storico-sociale dell’antico mondo contadino, ma una riflessione politica su tematiche ancora attuali. I percorsi musicali, a volte sanguigni, e le narrazioni taglienti costruite dalle Pietrevive del Salento mettono in luce un tempo tragico segnato da riti e credenze, da superstizioni e violenze che accompagnavano la vita quotidiana di generazioni in uno stato di sottomissione e miseria. Quello di Pasqua, con Mater Dolorosa, è ormai un appuntamento fisso per le Pietrevive che anche quest’anno condivideranno col pubblico il dolore e la passione di una Madre e un Figlio in una chiave originale, sentita e artisticamente sofferta.