Terremoto, Mattarella e Renzi assicurano: “Verrà ricostruito tutto”

renzi mattarella

ROMA – Lo Stato c’è e assicura la ricostruzione di tutto ciò che oggi (ma anche nelle occasioni precedenti, 26 agosto e 26 ottobre) è andato distrutto con l’ulteriore forte scossa di terremoto che questa mattina ha investito l’Italia centrale. E’ il messaggio, l’assicurazione che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Matteo Renzi danno al Paese nel giorno del più forte sisma nella penisola dal 1980 (terremoto dell’Irpinia) ad oggi. Mattarella è in visita ufficiale in Israele ma è in contatto da stamattina con Roma. «Un altro giorno di tristezza grava sul nostro Paese” e “il sollievo perché non vi sono vittime questi giorni non impedisce che ci si renda conto della gravità di quel che è avvenuto, delle gravi conseguenze del terremoto”, ha detto. In tutte le regioni interessate, in una vasta parte del nostro Paese, “molte persone hanno perso la loro casa, molte altre hanno paura di entrarvi”, ha rilevato il presidente aggiungendo che “dobbiamo assolutamente difendere e assicurare la ricostruzione e la ripresa di quei territori”. Perché a “tanti nostri concittadini in difficoltà venga garantito il diritto, l’esigenza di poter vivere nella loro case con tranquillità”. Sullo stesso piano di Mattarella il premier Renzi per il quale si deve seguire la priorità della ricostruzione “come tutto era prima” anche se per questo fosse necessario scontrarsi con le regole economiche imposte dall’Ue. Una rassicurazione, quella di Renzi, scesa nel dettaglio – ha parlato di case, chiese, esercizi commerciali – e che poggia, stando alle parole del premier, su risorse finanziarie facilmente reperibili. Risorse che non dovranno essere contestate da Bruxelles, ha avvertito seccamente il presidente del Consiglio, citando quelle “regole tecnocratiche” verso le quali l’Italia “non avrà nessun riguardo”. Per Renzi “ciò che servirà lo metteremo” e “non faremo nessun passo indietro su questo”. Del piano di ricostruzione e dei fondi necessari se ne parlerà domani, nel corso del Consiglio dei Ministri convocato in via straordinaria. La diffidenza del premier verso le politiche seguite dall’Ue negli ultimi tempi è emersa nettamente quando i giornalisti, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, gli hanno fatto notare come fosse subito arrivata la solidarietà dei vertici comunitari. “E’ scontata”, ha detto gelido. Renzi ha tentato comunque di sollecitare l’Unione europea ad intervenire – direttamente o indirettamente allentando per esempio i vincoli economico-finanziari imposti da Bruxelles ai paesi membri (“Fuori dal patto di stabilità i fondi per edilizia scolastica e ospedali”, ha sottolineato con forza) – richiamando Norcia. “Parlo di Norcia – ha spiegato – perché penso alla chiesa distrutta di San Benedetto, patrono d’Europa. Oggi il significato profondo di Europa è nella ricostruzione di tutto come era prima”. Il premier ha colto l’occasione del sisma per richiamare tutte le forze politiche a mettere da parte “le polemiche assurde” e a marciare “tutti insieme uniti” per superare questo drammatico momento ed impegnarsi nella ricostruzione di “tutto come era prima”. Parole che sono sembrate riferirsi anche all’uscita questa mattina della senatrice M5S Enza Blundo, che pochi minuti dopo il terremoto ha parlato di menzogne mediatiche del governo sulla magnitudo del sisma. Una posizione dalla quale si sono dissociati immediatamente i gruppi parlamentari M5S e che poi è stata di fatto cancellata da un posto del pomeriggio sul blog di Beppe Grillo nel quale il Movimento 5 Stelle si dice pronto a collaborare con il governo per individuare le iniziative più adatte per fronteggiare l’emergenza (e prefigurare la ricostruzione) nelle zone colpite dal sisma. (Fonte e foto Askanews).

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