BRINDISI – Domenica 28 gennaio alle ore 20.00 torna Teatri a Vapore. La rassegna a cura di Meridiani Perduti Teatro e Binario23 onora uno dei momenti più tragici della storia dell’umanità, la Shoah, attraverso le parole dell’attore molfettese Corrado La Grasta, semifinalista al Premio Scenario Ustica 2007.
M120XM90, nasce dall’idea di parlare di uno dei drammi più impopolari della storia attraverso lo sport più popolare: il calcio. E’ il sogno negato di un bambino costretto a rinunciare alla sua passione per il calcio a causa degli eventi storici e drammatici che lo vedono protagonista. Quattro quadri di eventi tragicamente avvenuti, ispirati dalle testimonianze dei sopravvissuti all’olocausto, che hanno come filo conduttore gli occhi di un bambino, divenuto adulto troppo in fretta, che a malincuore smette di rincorrere il suo sogno per poter sopravvivere nell’inferno di Auschwitz.
Il primo quadro “la leggenda” fa da apripista narrando le gesta della formazione della Dinamo Kiev, con i suoi valorosi giocatori che sfidano la formazione tedesca della Flakelf . Lo scenario da sfondo al secondo quadro “l’utopia” è quello di Terezin, località poco distante da Praga trasformata in ghetto ebraico durante la seconda guerra mondiale. E’ anche il quadro della speranza in cui, seppure per scopi propagandistici, viene data agli Ebrei l’opportunità di esprimersi creativamente. Viola, marrone, rosa sono i colori distintivi del terzo quadro “la realtà”, quelli con cui venivano contrassegnati rispettivamente i Testimoni di Geova, i Rom e gli omosessuali. Resta il nero il colore più coprente, quello del dottor Mengele, detto anche dott. Morte, artefice di macabri esperimenti sui gemelli deportati. Grigio, come l’umiliazione o la codardia, è il colore che si sfuma nel quarto quadro “la svolta”. La svolta è una liberazione interiore a cui molti anelano, ma pochi realizzano portando al limite la propria esistenza. La svolta è un martirio non meno doloroso della condizione di Haftlinghe, un oppressore oppresso. “Fa notizia che Corrado la Grasta abbia scelto il calcio quale strumento alternativo per tornare sul tema dell’olocausto. L’attore racconta stando al centro di un rettangolo delimitato da quattro neon, irrorato da un buon disegno luci e dove i bidoni dipinti di giallo delimitano le porte. L’effetto è spaesante. Il calcio in scena ma senza vedere un pallone, una rete: il tema dell’olocausto a teatro e non un cammino fumante, non un metro di filo spinato. Tutto è nella voce, nel gesto.”(Italo Interesse, Quotidiano di Bari).
Prenotazione obbligatoria al 3494490606.