BRINDISI – Nella mattinata dello scorso venerdì, la banchina Sant’Apollinare del Porto di Brindisi è stata interessata all’attracco della nave “Aquarius” appartenente ad una ONG. A bordo erano presenti 862 cittadini extracomunitari provenienti da varie regioni del Nord e del Centro Africa. I migranti, tratti in salvo nel canale di Sicilia nei giorni precedenti in diversi eventi ccdd. “S.A.R. (Search and Rescue)”, sono stati quindi condotti dall’Aquarius nel Porto di Brindisi. Qui, all’arrivo della nave, erano già state approntate tutte quelle componenti (medico-sanitarie, di primo soccorso, protezione civile, di identificazione, ristoro e cura dei migranti) utili a prestare aiuto agli stranieri. Una volta operato il necessario controllo sanitario e provveduto a ristorare gli extracomunitari, sono state avviate – da parte di personale del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica della Questura – le consuete procedure di identificazione delle persone soccorse. Operatori delle Squadra Mobile brindisina, in stretta collaborazione con il personale dell’Ufficio Immigrazione della Questura, provvedevano alla consueta assunzione di informazioni dagli stranieri soccorsi, tesa a verificare i motivi che li avevano spinti ad intraprendere la pericolosa traversata del Canale di Sicilia e ricercare, tra loro, eventuali scafisti o facilitatori di quell’illegale “viaggio” verso l’Italia.

La conseguenti attività investigative intraprese – almeno fino ad ora – non hanno consentito di individuare precise responsabilità a carico di soggetti che avevano organizzato il viaggio e/o avevano condotto gli scafi in navigazione.

Non di meno, le complesse procedure di identificazione dei migranti sono proseguite fino al primo pomeriggio di ieri. Tra loro, peraltro, sono stati individuati due soggetti, la cui presenza era già stata documentata in Italia e, poiché già espulsi dal territorio nazionale e, in assenza di un provvedimento del Ministro dell’Interno che ne consentiva il reingresso nello Stato, sono stati denunciati dalla Mobile alla competente Procura della Repubblica per ipotesi delittuose previste dal Testo Unico sull’Immigrazione. Nei loro confronti è stata, quindi, avviata una nuova procedura di espulsione.

E ancora, un terzo soggetto, che in passato era stato in Italia, è stato individuato dagli investigatori ed i conseguenti accertamenti hanno permesso di stabilire che era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Firenze, il 7 gennaio 2016. Lo straniero, che all’atto dello sbarco ha dichiarato di chiamarsi Mustapha Jarmurni, era già stato censito in Italia con l’alias di Mostafà Jarmouni, marocchino di 31 anni. Il provvedimento restrittivo emesso dall’Autorità Giudiziaria fiorentina a carico di 10 stranieri, ha individuato in capo a Jarmouni condotte illecite in materia di stupefacenti. Al predetto – a seguito di una complessa indagine svolta dalla Squadra Mobile di Lucca – è stata cioè contestata l’ipotesi di reato di concorso con altri, alcuni dei quali rimasti ignoti, nella cessione di stupefacenti. Il gruppo di cui l’uomo avrebbe fatto parte era attivo nel campo dell’illegale cessione al minuto di sostanze stupefacenti del tipo cocaina fino all’aprile del 2014 ed operava in varie località italiane come Viareggio, Camaiore ed altri luoghi della Versilia.

Identificato compiutamente dal personale della Squadra Mobile, il marocchino è stato tratto in arresto ed associato alla locale Casa Circondariale di via Appia.

In ultimo deve dirsi che, al completamento delle procedure di accoglienza e identificazione degli stranieri sbarcati dalla Aquarius, ben 103 sono stati i provvedimenti di espulsione adottati; il resto dei migranti è stato invece trasferito – secondo le ripartizioni adottate dal Dipartimento delle Libertà Civili – in varie località sparse per l’Italia.

Redazione

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