BRINDISI – Mancano 11 giorni al referendum costituzionale del 4 dicembre e i sostenitori dei due schieramenti, Sì e No, sparano le ultime cartucce.

Nel pomeriggio, è toccato a Foza Italia, presso l’Hotel Internazionale di Brindisi, a motivare il No a questa riforma. Hanno presieduto il senatore Augusto Minzolini; il commissario regionale di Forza Italia Luigi Vitali; il coordinatore provinciale Antonio Andrisano; il capogruppo al consiglio comunale di Brindisi Mauro D’Attis.

L’ex direttore del TG1 Minzolini è del parere che una Costituzione trentennale vada certamente cambiata, senza, però, mandare in rovina il Paese :”E’ una riforma confusa, inutile e pericolosa – ha detto – perché si arriverebbe ad avere un Senato che o conta poco o conta molto, abbastanza per intralciare. Sarebbe stato molto più logico abolirlo del tutto. Per cui il Senato può riprendere le leggi fatte dalla Camera e si arriva, così, a 10 procedure: un fatto, questo, inaccettabile. Anche i tanto millantati risparmi che quelli del Sì pubblicizzano sono una grossa bugia, perché il risparmio avviene dalla Ragioneria dello Stato e riguarda le indennità dei senatori. Visto che 100 di loro rimangono, noi abbiamo un risparmio che va tra i 49 ai 59 milioni di euro.minzolini Si poteva raggiungere lo stesso obiettivo diminuendo l’indennità dei parlamentari del 10%. Inoltre, la stessa fisionomia del Senato è particolare: cosa c’entrano gli ex senatori a vita con i consiglieri regionali? Questa riforma dà potere a Roma, ma anche alle Regioni stesse che, nel momento in cui non sono d’accordo su una legge, possono organizzarsi come un sindacato ed intralciare l’operato della Camera. Ecco perché andrebbe abolito il Senato. Poi, questa riforma crea un meccanismo secondo cui col 25% dei voti si raggiungerebbe la vittoria. Una vittoria che si porta dietro un premio di maggioranza estremamente ampio. Quindi, col 25% riesci a governare. Ma attenzione – ha continuato il senatore – così facendo non governa chi si è indicato come Presidente del Consiglio, ma il segretario di partito”. Ad ogni modo, questo è un Paese che ha bisogno di riforme: “Assolutamente sì – ha concluso Minzolini – sono il primo a dire che questa Costituzione va riformata, ma è assurdo che, tra tanti tentativi, vada in porto quello peggiore”.

A Minzolini fa eco D’Attis: “Mettere mano alla Costituzione è una occasione più unica che rara – ha dichiarato il consigliere comunale – e quando si mette mano ad una Costituzione bisogna ragionarla. Ho riflettuto parecchio su questa proposta di riforma. E l’ho analizzata da tutti i punti di vista. Un punto di vista legato alla storia: qualsiasi tipo di riforma costituzionale fatta in passato, ha visto quasi sempredattis-3, in Parlamento, i banchi del Governo vuoti, perché una riforma Costituzionale, essendo la riforma alla legge principale di uno Stato, dev’essere fatta con una ottica non contingente, ma decennale o centenaria. Questa riforma è caratterizzata da una esasperata partecipazione non della maggioranza, ma addirittura del capo del Governo. Centralizza tutto sulla attività del Governo e toglie potere alla democrazia. Fa finta di togliere il Senato, ma in realtà lo tiene in piedi, non dicendo come ci arriveranno coloro che andranno a fare i senatori. Abbiamo bisogno di riforme – ha chiuso D’Attis – ma capire, però, quali. Non necessariamente per fare le riforme, ci dobbiamo fare male. Questa riforma è stata fatta da una piccola parte del parlamento ed ora la responsabilità è dei cittadini, i quali, non avendo quorum, sono costretti ad andare a votare per fermare l’iter parlamentare. Le riforme che ci chiede l’Europa sono importanti, ma non sono quelle contenute in questa”.

Tommaso Lamarina
Redazione

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