Ora basta, qui tutti danno segni di follia gestionale.

Un territorio come il nostro con il più alto tasso di disoccupazione della Puglia,con uno scivolamento agli ultimi posti delle città come qualità dell’aria e dell’ambiente, con una crisi perenne del comparto Commercio,del terziario e dei servizi, con un rapporto carico fiscale qualità dei servizi dati negativissimo, ci prendiamo il lusso di tagliare posti di lavoro, di ridurre le ore e di razionalizzare, come dice qualcuno, i costi.

Ma i costi di cosa? Di cattive, anzi cattivissime gestioni di bilanci, con una lotta all’evasione quasi a zero,con controlli sul pagamento di immobili comunali arretratissimi, non abbiamo sistemi computerizzati, con gente che continua a non pagare acqua, luce ect.ect ,con utenze elettriche e telefoniche mai disdette,con sperpero sul consumo elettrico della pubblica illuminazione che andrebbe affidato alla gestione dei privati con chiari ed ineludibili vantaggi in termini di costi per l’Amministrazione Comunale.

Con una molliccia, anzi distratta attenzione ai costi per incentivazioni e premi dei Dirigenti Comunali, alla mortificazione dei profili professionali più bassi.

In questa situazione ,con un degrado nei quartieri palpabile a chiunque ,con sacche di emarginazione paurose,con livelli di allarme sociale impressionanti,con un consumo di droghe ed alcool nei giovani pericolossissimo, con episodi di violenza e delinquenziali preoccupanti,con iniziative culturali mortificate dall’assenza della pubblica Amministrazione. Noi ci prendiamo il lusso di cercare di frantumare lo stato sociale e di assistenza,di mettere mano ad una riduzione dei costi nei servizi sociali,producendo una riduzione della qualità dei servizi per gli utenti e di mettere in pericolo i livelli occupazionali o una drastica riduzione delle ore di lavoro ,delle professionalità che operano.

I SERVIZI SOCIALI NON SI TOCCANO,essi sono e saranno l’unico argine ad un degrado allarmante,anzi bisogna dilatare la spesa sociale introducendo nuovi servizi alla persona,penso alle biblioteche di quartiere ai corsi di recupero post orario scolastico,ha presidi di ascolto sul territorio,ha progetti di reinserimento di disoccupati,emarginati ex detenuti. Alla istituzione di Dormitoi pubblici per i senza tetto con la fornitura di pasti caldi,ora affidati solo ad associazioni di volontariato. A migliorare la qualità dei servizi per i diversamente abili.

Sul bilancio comunale possiamo fare i ragionieri su tutto ,ma non sui Servizi Sociali.

Perché quel illusorio risparmio,lo pagheremmo in termini più pesanti in futuro sul degrado sociale.

Per il passato Il Commissario prefettizio Santi Giuffrè non ha colpe,ha ereditato situazioni bollenti ,ma sulle linee di gestione per il futuro ha responsabilità. Egli si limiti a gestire la situazione delle emergenze e dell’ordinario,non tracci  linee  che appartengono alle responsabilità politiche e alle scelte che la politica vorrà fare sul territorio assumendosi tutta la responsabilità. Tra 8 mesi egli non sarà più a Brindisi,troverà collocazione in qualche parte d’Italia, non sarà esposto al giudizio degli elettori, della città, non avrà piu’ legami con la città. Eviti di redigere Atti di indirizzo,con delibere fatte con i poteri della giunta,gli indirizzi li dà la Politica, no un funzionario,faccia atti concreti come alcuni fatti, si fermi lì non vada oltre ,non invada campi  competenza  altrui, si limiti a fare il traghettatore ed ad operare immediatamente dove ci sono emergenze e non dove sue posizioni possono determinare la vita futura di questa città.

Il silenzio della politica,dimostra come sempre l’arte di accontentarsi ,di creare rapporti per benefici minimali,non rendendosi conto che prendere un caffè e risolvere un microproblema, autorizza chiunque a pensare “Qui possiamo fare tutto “, tanto non parla nessuno. Non sarà cosi.

Un ultima cosa,il Commissario Prefettizio è stato nominato dal Governo,ora egli rappresenta lo stato e la città,ha sostituito Il sindaco,bene, in quanto sindaco facente funzione della mia città si faccia promotore di una manifestazione a cui deve invitare tutti i cittadini ,le forze politiche ,le organizzazioni di categorie ,per dare una risposta civile e democratica ,agli ultimi episodi di violenza e di delinquenza che stanno interessando la città,per dimostrare che la parte sana Di Brindisi è maggioranza che non accetta che la città sia in mano a pochi ,alla violenza e alla delinquenza. Chieda al governo una maggiore presenza sul territorio di forze dell’ordine ,con presidio del territorio,non lasciando soli Il questore Masciopinto ed il prefetto di Brindisi.

Claudio Niccoli

3 COMMENTI

  1. è l’impeto di una persona che ama la sua città, ma che non riesce ad evidenziare con pacata serenità le responsabilità amministrative rivenienti dalle trascorse gestioni comunali ivi incluse quelle relative ai Commissari prefettizi. Si sbaglia pensare che gli organi commissariali non rispondano, per esempio, dei danni erariali prodotti all’Ente.

  2. Quando l’ovvietà diventa demagogia. Il problema vero è che non si riesce ancora a capire, che per progettare il futuro di questa come di altre città, bisogna conoscere le dinamiche a livello globale, le quali influenzano e determinano le condizioni sociali, politiche ed economiche dei territori. Come si fa a parlare di investimenti e di lavoro, in un unione europea che si è alienato a se la sovranità monetaria degli stati, come si fa a parlare di diritti sociali quando la politica è riuscita a stravolgere una costituzione quasi perfetta, modificando l’art. 81 e inserendo il pareggio di bilancio nella stessa costituzione. Come si fa a parlare di futuro con l’ombra del MES alle nostre spalle, che praticamente ci farà commissariare? Saremo alla mercè delle lobby finanziarie, alle quali la politica ha ormai abdicato totalmente, cedendo lo spazio per poter programmare e pianificare il futuro dei nostri figli ad una pletora di finanzieri apolidi, i quali hanno anteposto la loro avidità alla crescita e alla evoluzione umana, cancellando in un colpo solo secoli di storia e di progressi, riportandoci di fatto in un nuovo medio evo ancora più oscuro del precedente.

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