BRINDISI – La certezza è che, dallo scorso 15 settembre, l’Autorità portuale di Brindisi almeno formalmente non è più un Ente riconosciuto dallo Stato, ma è stata accorpata nella neo costituita Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale.

Le incertezze, invece, sono davvero tante e non riguardano solo la gestione futura degli introiti brindisini. Si va dalla scelta del presidente manager (su cui le prime indiscrezioni hanno già generato inevitabili e prevedibili proteste), al ruolo che la città di Brindisi potrà avere nel Comitato di gestione che, di fatto, sostituisce il comitato portuale. Nominati i primi tre presidenti (tra loro anche la conferma di Sergio Prete alla guida dell’Autorità di sistema del Mar Ionio), ora al ministro dei Trasporti Graziano Delrio spetta anche il compito della nomina dell’Authority pugliese che riunisce i porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli. Le indiscrezioni più pressanti riguardano  l’avvocato Ugo Patroni Griffi: il professionista barese ha presentato domanda per svolgere il ruolo di presidente e dal ministero potrebbero scegliere proprio la sua figura per guidare il neo ente. L’indiscrezione però ha generato qualche polemica legata ad una vicenda giudiziaria che coinvolge l’avvocato per i reati di truffa e falso ideologico. La riforma prevede che il presidente sia di “comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale” e che svolga “in via esclusiva e a tempo pieno” questo ruolo. Sfumata la possibilità di ottenere una moratoria (il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, non ha ritenuto di chiederla a Delrio), con tutti i dubbi relativi a questa pratica scelta da altri enti territoriali, per il porto di Brindisi si attendono risposte non solo nella forma ma anche nella sostanza, sia in relazione alla presenza di un proprio rappresentante nel Comitato sia sull’utilizzo dei fondi e sulla loro ridistribuzione.

 

Salvatore Carruezzo

Direttore de Il Nautilus

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