Ugo Poli, presidente della sezione brindisina della Confederazione italiana della piccola e media industria: “Teo Titi ha ragione: scalo condannato a morte, zero investimenti, imprese e posti di lavoro a rischio. Basta con promesse e bugie: ognuno faccia la sua parte”
“Purtroppo la verità sul porto di Brindisi è quella descritta da Teo Titi, presidente Ops: il nostro scalo è morto. Cercare il colpevole o i colpevoli, tra questa o quella istituzione, puntare il dito contro tizio o caio, non serve a cambiare la realtà. Quando si parla di economia, non servono miracoli, sono necessarie azioni concrete e prima ancora, è indispensabile fare squadra: siamo convinti che i margini per una ripresa ci siano, se e solo se c’è la buona volontà dell’Autorità portuale, del Comune di Brindisi e della Regione Puglia. E noi di Confapi, come Titi, stiamo con il porto”.
Ugo Poli, presidente della sezione di Brindisi di Confapi, la Confederazione italiana della piccola e media industria, lancia un appello rivolto agli attori protagonisti del territorio, nella convinzione che si possa invertire la rottaper un presente e un futuro differente per il porto, senza essere costretti a parlarne al passato con sentimenti che vanno dalla rabbia alla delusione, soprattutto se si confronta lo scalo di Brindisi con quelli di Bari e Taranto. La storia del terminal crociere è solo uno dei capitoli della sofferenza.
“Non possiamo e non vogliamo scrivere il necrologio per il nostro porto mettendo per sempre la croce sulla infrastruttura, perché questo significherebbe rinunciare a investimenti che, per amore di verità, va detto non ci sono stati negli ultimi anni e lasciare senza ossigeno le realtà imprenditoriali della nostra città”, dice Poli dopo il confronto con gli iscritti della sezione di Brindisi.
“Condividiamo come Confapi la descrizione del porto consegnata da Titi e allo stesso tempo invitiamo i rappresentati delle nostre istituzioni a fare la propria parte avviando un gruppo di lavoro per il porto di Brindisi, senza scivolare nel ritornello delle promesse al vento o peggio nelle bugie di Pinocchio. Siamo convinti che il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, il presidente dell’Autorità di sistema Ugo Patroni Griffi e il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano possano dialogare per scongiurare il de profundis. Solo in questo modo sarà possibile progettare il futuro. Confapi resta disponibile a fare la propria parte coinvolgendo tutte le imprese che fanno parte della confederazione di Brindisi. E rivolge la seguente domanda ai rappresentanti delle istituzioni: siete anche voi con il porto di Brindisi? Se sì, allora dimostratelo con i fatti. L’hashtag lanciato dal compianto Alfredo Malcarne #iostocolportodibrindisi è quanto mai attuale e le sue battaglie non possono essere dimenticate. Il porto ha diritto ad avere un futuro. Brindisi ha diritto ad avere il suo porto”.
Titi attacca tutti, anche Patroni Griffi: “Il porto di Brindisi è morto”
BRINDISI – Vorrei ricordare (per la terza volta) che la politica il 22 ottobre 2018 (2 ANNI FA) annunciò in conferenza stampa, alla presenza di tutte la cariche istituzionali regionali comunali ed Enti portuali e aeroportuali, la posa della prima pietra per i lavori in aeroporto a Brindisi che sarebbero dovuti terminare ad agosto 2019.
Serviranno ad alzare di qualche metro i limiti di altezza delle navi che oggi non possono entrare e che diventano sempre più grandi.
La prima pietra deve ancora deve essere posata (!!) e il porto è morto. Lo sappiamo no? Non ho detto in coma. MORTO.
Si, parlo di soldi per il territorio di BRINDISI, di quelli spariti del CIS per esempio (l’on D’attis l’ha fatto dichiarare dal governo in parlamento) di promesse su investimenti nel porto (promesse lunghe 25 anni) di promesse trentennali sui dragaggi, di promesse sulle stazioni marittime che mai arrivano, di promesse di crociere che ora scopriamo dal presidente Patroni Griffi che non portano ricchezza, di logistica retroportuale che è rimasta solo sui progetti super pagati, del traffico di carbone che se ne va senza nessuna alternativa all’orizzonte, di SNAM che ha finito i lavori di TAP e che non ha più alcun vantaggio a dare ristori già promessi al territorio (sono pronto a dimostrarlo con le carte).
PROMESSE. Da parte di tutti. Ministri, Viceministri, Presidenti, Enti…
Il porto di Brindisi in tre anni (e la sede semi deserta dell’Autorità Portuale ne è la testimonianza) è diventato di rilevanza poco meno che regionale, altro che porto Core! Il porto interno è un lago per le papere che prolificano (sbaglio?) e parlare di allargamento di Canale Pigonati equivale ad essere derisi.
a banchina centrale (bar Betty per intenderci) è formalmente “cantiere” da 3 anni e anche lì nulla si muove (addio ai sogni gloria per i progetti per mega yacht).
La Marina Militare non fa un passo indietro sulle mille prescrizioni imposte per gli ormeggi tanto non deve dar conto a nessuno.
La riforma dei porti di 4 anni fa ha previsto la cancellazione dell’autorità di Brindisi per UNA, UNICA Pugliese! “Di sistema.”
Ma poi Bari e Taranto hanno fatto la voce grossa e ognuno ha avuto la sua Autorità.
Mi chiedo: IL SISTEMA cosa ha portato a Brindisi? Mi piacerebbe avere una risposta da chiunque possa darmela.
Tutto il porto e’ paralizzato da un sequestro della magistratura: le nuove strade di collegamento, tutte le recinzioni, tutti i varchi.. milioni al vento.. e non sappiamo chi ha ragione e chi torto ma intanto tutto tace. Con la buona pace di tutti.
L’ex Capannone Montecatini è stato portato fuori dal porto con la recinzione ma anche irraggiungibile dall’esterno. Qualcuno sta pensando cosa farne e come?
Le aziende falliscono! E nessuno si incazza?
Possiamo dirlo che siamo stanchi e incazzati perché non abbiamo risposte certe? O dobbiamo avere paura di dirlo?
Io sono incazzato. Nero.
#Iostocolporto. Di Brindisi.
p.s.
Alfredo non è uno sbaglio il tuo tag…aiutaci tu.
Post Teo Titi Presidente Ops
Non attacco tutti, auspico che tutti si muovano senza gioco delle parti