Per la destinazione del Castello nessuna variante al Piano Regolatore Portuale. Ecco perché

BRINDISI – Il Dirigente comunale al Patrimonio, l’architetto Fabio Lacinio, a seguito dell’eccezione sollevata – nel corso del convegno organizzato dal Rotary – dall’ingegnere Roberto Serafino (componente del Consiglio Superiore dei lavori Pubblici), secondo il quale l’area sulla quale insistono il Castello e l’Opera a Corno necessita di una variante al Piano Regolatore Portuale poiché negli anni ’70 nello stesso è stata indicata come “zona bianca” (ovvero senza destinazione), decide di chiarire la questione.

Una variante al Piano Regolatore Portuale, infatti, comporterebbe tempi lunghi (almeno 4 anni), e se ciò corrispondesse al vero, verrebbero scoraggiati – se non vanificati – gli sforzi prodotti da Soprintendenza e Comune.

Come spiegato dal Dirigente comunale, però, le cose non starebbero così, in quanto quell’area non rientra nel patrimonio del demanio marittimo: la competenza a disciplinarne la destinazione, pertanto, non spetta all’Autortà Portuale. L’area infatti, un tempo facente parte del demanio militare, cessate le esigenze militari è passata nella titolarità dell’Agenzia del Demanio la quale, attraverso una convenzione, negli anni ’50 ne ha affidato la gestione alla Soprintendenza.

Gli enti legittimati ad indicare la destinazione, dunque, sono soltanto Soprintendenza e Comune, i cui indirizzi dovranno essere approvati dalla Regione attraverso un Accordo di Programma che non richiederà certo i tempi biblici dei quali necessiterebbe invece una variante al Piano Regolatore Portuale.

L’Ente portuale, pertanto, verrà coinvolto, ma non in quanto strettamente competente ma solo nell’ottica di una concertazione istituzionale tra i vari enti.

Andrea Pezzuto

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