BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Oreste Pinto sulla situazione del Partito Democratico in terra di Brindisi:

Quanto sta accadendo nel PD brindisino ha superato le più bizzarre immaginazioni.
Piuttosto che fermarsi e intavolare una seria riflessione sulla circostanza che, anche in provincia di Brindisi, il boom di votanti alle Primarie è stato realizzato soltanto grazie all’impegno di portatori di voti militanti in altri partiti (Articolo 1 MDP – a San Pietro e Mesagne, Socialisti – ad Ostuni – e Democratici e Socialisti – a Brindisi), il segretario Maurizio Bruno apre ai personaggi già espulsi dal PD nel capoluogo.
Lo fa nella veste di delegato nell’assemblea nazionale per il Fronte Democratico di Michele Emiliano, proprio quell’Emiliano che chiese ed ottenne l’espulsione di chi, dapprima, tenne in piedi la Giunta Consales fino all’arresto dell’ex Sindaco (ora tornato ad occuparsi di politica cittadina nella veste di giornalista) e, poi, appoggiò formalmente la coalizione avversaria a quella in cui vi era il PD.

A questo punto giova ricapitolare la situazione: la commissione di Garanzia presieduta dalla “emilianissima” Sandra Antonica, cancellò dall’anagrafe degli iscritti ben dieci persone: Michele Errico, Salvatore Brigante, Luciano Loiacono, Umberto Ribezzi, Enrico Latini, Antonio Monetti, Marika Rollo, Raffaele Mauro, Vito Camassa, Achille Azzarito.
Luperti e Consales non furono espulsi per il semplice fatto che non erano iscritti al PD; stessa ragione per cui, qualche mese più tardi, non è stato possibile espellere Damiano Flores, il consigliere comunale eletto nel PD che ha salvato la Carluccio dal voto di sfiducia ed è passato armi a bagagli nella maggioranza.

Adesso Bruno, segretario provinciale e con l’aggravante di parlare in qualità di emissario della corrente Emiliano, riapre agli espulsi.
Sarebbe interessante conoscere il pensiero di Michele Emiliano. E sapere se trova giusto ed educativo che il PD che lui ha disegnato sia aperto a gente che ha dimostrato di non avere alcun rispetto per le logiche di partito al punto da candidarsi “contro” non appena ne ha avuto l’occasione.
Sarebbe interessante chiedere ad Emiliano e Bruno se non ritengono che causare la caduta dell’Amministrazione Carluccio con la promessa di rientro degli espulsi rappresenti la sconfitta della politica con la P Maiuscola, quella promossa dallo stesso Emiliano quando sostiene che occorre far leva sulla diversa qualità dei contenuti delle forze in campo e rifiutare aprioristicamente che i governi vengano decisi dai cittadini non dai cambi di casacca personalistici.

Conosciamo la politica cittadina e siamo certi che giammai la maggioranza degli espulsi che oggi militano nella coalizione della Carluccio provocherebbe la caduta dell’attuale Amministrazione soltanto perché ha la promessa di candidarsi del PD alle prossime elezioni. Anche perché loro sanno benissimo che, in futuro, nessuno potrà garantire la loro candidatura.    

E allora, parlare pubblicamente di eventuali rientri, rappresenta l’ennesimo grave errore politico di chi, probabilmente, ha troppi incarichi per riuscire a farne bene solo uno. 

Una guida più attenta si sarebbe resa conto che le primarie hanno coagulato decine di nuove forze “senza macchia e senza peccato” pronte ad offrire il proprio contributo disinteressato ad un partito che, più di qualunque cosa, ha necessità di tornare ad essere credibile. Persone che il PD si ritroverebbe contro non appena viene messo nero su bianco che l’opportunismo dei portatori di voti vale più dei valori e della coscienza.

Oreste Pinto




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