Omicidio Stasi, nella borsa accanto al cadavere di Paolo c’era materiale per il confezionamento della droga

C’era materiale per il confezionamento della droga nella misteriosa borsa ritrovata accanto al cadavere del 19enne Paolo Stasi, ucciso con due colpi di pistola il 9 novembre scorso, sull’uscio di casa, a Francavilla Fontana. Una borsa che evidentemente Paolo aveva preso da casa e portato con sé, con l’intento evidentemente di consegnarla a chi gli aveva dato appuntamento sotto la sua abitazione di via Occhi Bianchi, salvo poi ritrovarsi faccia a faccia col suo assassino. Del fatto che nell’appartamento della famiglia Stasi girasse droga e la si confezionasse è emerso dalle dichiarazioni rese agli inquirenti dalla madre Nunzia. Droga – ha riferito la donna – che, da un anno circa e con cadenza quasi quotidiana, veniva portata in quella casa dal 18enne amico di Paolo, indagato per il suo omicidio assieme ad una seconda persona. Droga che serviva per uso personale suo e del figlio, ma anche per la cessione a terzi. Perché Paolo, quindi, nello scendere da casa per strada, in ciabatte e pantaloncini, avrebbe dovuto portare con sé il materiale per il confezionamento? Forse aveva deciso di tirarsi fuori da quella brutta storia? Forse aveva deciso di chiudere con la droga, ritenendolo un rischio troppo grande per se stesso e per la madre, a cui era affezionatissimo? Oppure gli era stato imposto di restituirla, alla luce di quell’ormai famoso debito che da tempo si vocifera essere stato il movente del delitto? E di chi era il materiale contenuto nel borsone? Del suo amico 18enne o di qualcun altro? Domande che, per ora, non trovano risposta. Le indagini proseguono a ritmo serrato, ma – in assenza di misure cautelari personali – la verità sembra ancora lontana.

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