Nimis (PRI): “Aprire un nuovo tavolo di lavoro sulla chimica, chiamando ad un confronto serrato l’ENI”

Nella giornata di domani si svolgerà presso la sala Agorà della Fiera del Levante una giornata di approfondimento sul tema ZES (Zone Economiche Speciali), attrazione di investimenti e blue economy.

Un argomento di particolare interesse per la nostra città atteso che nella perimetrazione delle aree rientranti nella ZES brindisina vi sono le porzioni di suolo dismesse all’interno del petrolchimico, che ben potrebbero essere utilizzate per ospitare impianti di chimica verde.

Purtroppo ai più è sfuggito un comunicato stampa delle organizzazioni sindacali in cui si riportava il resoconto della riunione svoltasi a Mantova il 13 febbraio scorso nel corso della quale ENI Versalis ha illustrato ai rappresentanti dei lavoratori di tutti gli stabilimenti del gruppo gli scenari attuali e futuri riguardo le linee guida di sviluppo e ricerca della azienda.

Orbene, nel corso di tale incontro è stato chiaramente detto da ENI Versalis che gli impianti di Brindisi saranno tagliati fuori dai programmi di ricerca, continuando a concentrarsi esclusivamente sulla chimica di base, senza alcuna aperture verso quella che viene comunemente definita “chimica verde”.

Tanto pur in presenza di un forte impegno di ENI in questo settore, che prevede la lavorazione di materie prime vegetali rinnovabili, sviluppando i nuovi impianti proprio in siti in buona parte deindustrializzati quali quello di Brindisi e dando vita a processi di economia circolare e rigenerazione territoriale.

Eppure ogni ipotesi di rilancio della zona industriale brindisina dovrebbe fondarsi sulla concezione dei terreni destinati ad attività produttive come “spazio finito”, di cui andrebbe incentivato il risanamento ed il riuso.

Per avere una idea compiuta dell’impatto positivo che avrebbe l’insediamento nel petrolchimico di impianti di chimica verde attraverso il riutilizzo delle aree dismesse va considerato che il petrolchimico ancora oggi costituisce una importante componente della base produttiva brindisina, che garantisce reddito e occupazione, anche se la sua rilevanza è stata messa in discussione dai profondi processi di ristrutturazione e di riconversione produttiva attivati dale aziende presenti nell’area e dalla dismissione di impianti produttivi verificatisi nell’ultimo decennio.

Tanto più che ai processi di riconversione e dismissione delle aziende chimiche non si sono contrapposti significativi fenomeni di nuova industrializzazione.

La crisi del comparto chimico ha comportato importanti riflessi anche sull’indotto, ossia su quelle aziende metalmeccaniche, di impiantistica, edili e di supporto alla attività di movimentazione dei prodotti.

Proprio per porre un argine a questi fenomeni veniva firmato il 2 agosto del 2006 un accordo di programma tra il Ministero delle Attività Produttive, il Ministero del Lavoro, la Regione Puglia, Sviluppo Italia e Confindustria,

Oggetto dell’accordo era, tra l’altro, la individuazione di nuove iniziative produttive in grado di corrispondere a requisiti di stabilità nel medio e lungo periodo e di qualificazione tecnologica e mercantile in uno con la capacità di determinare il possible riutilizzo dei siti industriali dismessi ed il più ampio reimpiego dei lavoratori provenienti dalle imprese in crisi.

A giudizio del PRI brindisino l’inserimento di Brindisi tra le Zone Economiche Speciali deve essere l’occasione per riprendere quegli obiettivi, aprendo un nuvo tavolo di lavoro sulla chimica e chiedendo ad ENI Versalis di rivedere i suoi programmi di investimento inserendo Brindisi tra le aree in cui avviare investimenti nel settore della chimica verde.

Il nuovo modello di sviluppo che occorre immaginare per la nostra città, infatti, deve basarsi sulla rigenerazione del territorio, dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, generando importanti investimenti in ricerca ed innovazione.

La chimica verde rappresenta, da questo punto di vista, una opportunità che va perseguita.

La chimica verde, infatti, utilizza materie prime rinnovabili, valorizza l’integrazione con il territorio e si basa sulla ricerca e l’innovazione.

Del resto non si comprende perchè ENI Versalis ha in programma investimenti in questo settore a Porto Marghera e Porto Torres e non anche a Brindisi.

Aprire un nuovo tavolo di lavoro sulla chimica, chiamando ad un confronto serrato l’ENI, rappresenta, quindi, una delle sfide che la prossima Amministrazione dovrà saper lanciare.

IL RESPONSABILE PRI MARKETING LOCALIZZATIVO

(Ezio NIMIS)

 

1 COMMENTO

  1. Bravo Ezio ed il PRI brindisino mi piacerebbe veder risorgere la mia ridente cittadina sul mare citata in tanti libri ricca di storia e da sempre maltratta

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