Morte del prof. Pietro Gatti, l’autopsia esclude segni di violenza e lesioni. Presenti solo segni di annegamento

Nessun segno di violenza né lesioni evidenti. Presenti, invece, chiari segni di annegamento, di cui, però, bisognerà stabilire le cause attraverso il successivo esame istologico. E’ l’esito dell’autopsia eseguita dal medico legale, il dr. Domenico Urso, sul corpo del prof. Pietro Gatti, il primario di Medicina del Perrino di Brindisi trovato senza vita il 31 dicembre scorso, nel tratto di mare antistante il Pontile di Rosa Marina, durante una delle tante battuta di pesca subacquea in apnea. Il medico, 59 anni, di Ceglie Messapica, era uscito da casa attorno alle 10. Quando verso le 2 del pomeriggio la moglie non lo ha visto rientrare, ha dato l’allarme. E’ stata la capitaneria di porto, tre ore dopo, a trovarlo abbracciato ad una boa segnasub, quasi avesse cercato disperatamente di aggrapparsi prima di perdere conoscenza. I segni di annegamento erano stati riscontrati già durante l’ispezione del corpo: tanta acqua era finita nelle vie respiratorie. Era stata, però, una ferita al naso a sollevare qualche dubbio e ad indurre il pm Livia Orlando ad aprire un fascicolo d’inchiesta con l’ipotesi di reato di omicidio colposo e a disporre l’autopsia. Ferita al naso che, tuttavia, dall’esame, è risultata essere poco significativa. Potrebbe essere stata causata, ad esempio, dall’urto con gli scogli. Intanto, in attesa dell’esame istologico, la salma è stata restituita alla famiglia e venerdì saranno celebrati i funerali. A Ceglie Messapica sarà lutto cittadino. Il prof. Gatti era persona molto stimata. Lo dimostrano le centinaia di messaggi di cordoglio pubblicati sul profilo social del professionista, considerato un luminare nell’ambito della Medicina interna, a cui si univano umanità e sensibilità.

 

CONDIVIDI

1 COMMENTO

  1. ALLE VOLTE MUOIONO I MIGLIORI SERVITORI DEL NOSTRO PAESE SOPRATUTTO NEL SETTORE DELLA SANITA’PUBBLICA DOVE OPERAVA IL PROF.PIETRO GATTI CHE DURANTE LA TRAGICA ESPERIENZA DEL COVID 19 ERA STAO SEMPRE IN PRIMA FILA PRESSO L’OSPEDALE PERRINO DI BRINDISI DOVE AVEVA ASSUNTO IL RUOLO DI PRIMARIO DELLA MEDICINA SEMPRE VICINO CON PROFESSIONALITA’ E SIMPATIA AI SUOI DEGENTI.UN PECCATO PER LA NOSTRA COMUNITA’SANITARIA GIA’COSI’POCO BISTRATTATA DA CRONICHE ASSENZE NEGLI ORGANICI ATTUALI.R,I,P,.

LASCIA UN COMMENTO