BRINDISI – “Dopo l’esperienza vissuta un anno fa, mi auguro che mio figlio domani possa entrare regolarmente a scuola alla presenza della sua insegnante di sostegno”.

A parlare è una mamma brindisina, il cui figlio, 6 anni, quest’anno frequenterà la seconda elementare.

La sua storia è molto delicata ed è il motivo per il quale non vuole fare il suo nome nè quello della scuola, a tutela del bambino, al quale una delle mamme dei suoi compagni aveva affibbiato l’appellativo di “Incubo della scuola”.

“E’ accaduto nel corso dell’ultimo anno di scuola materna, due anni fa” – racconta la signora. “Mio figlio soffre di iperattività con difficoltà di gestione della rabbia, per cui rischia di farsi male da solo e di procurare male agli altri, in determinati momenti. Ma all’epoca, non sapevamo di questa sua patologia e credevamo fosse solo un problema di tipo comportamentale. Quando arrivò in quella scuola, non solo avevo contro tutte le altre mamme, ma persino la sua maestra sosteneva di non poter perdere tutti gli altri bambini per ‘colpa’ mio figlio. Ed aggiunse anche che ‘chissà di chi era figlio’, come se io e mio marito fossimo persone disoneste. Dopo soli tre giorni, fu persino fatta una riunione in cui si decise che o mio figlio cambiava classe o scuola, oppure se ne sarebbero andati loro. Noi eravamo ancora in attesa di risposte sia dal Niat che dalla Nostra Famiglia. Quando andai dalla preside, le dissi che sarei stata anche disposta ad andarmene, ma volevo sapere cosa avrei dovuto dichiarare nella richiesta del nulla osta. Ad aprile l’ho dovuto ritirare comunque, perchè scappò dalla classe. Il bambino non voleva tornarci perchè lo mettevano in punizione, veniva sempre additato e doveva chiedere scuse plateali qualsiasi cosa facesse. Un giorno una mamma mi fermò all’uscita da scuola e mi disse: ‘Io sto aspettando soltanto che tuo figlio commetta qualche errore’. Per non parlare del fatto che era sempre escluso dalle feste di compleanno. Alla fine, quella maestra fu allontanata da quella scuola e noi facemmo anche denuncia ai carabinieri. Ad ogni buon conto, io e mio marito decidemmo di ritirarlo e di iscriverlo direttamente alle scuole elementari, dove ha trovato una maestra di sostegno molto brava e competente ed è cambiato totalmente. Adesso frequenterà la seconda elementare, ma con i paventati tagli alla integrazione scolastica temo che martedì 12 settembre, quando inizierà l’anno scolastico, non troveremo la sua maestra di sostegno, pur avendo le altre maestre che sono molto brave, ma non in grado di gestirlo”.

 

 

Pamela Spinelli
Direttore responsabile

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