ROMA – Il presidente pugliese, il presidente toscano e il giovane ex capogruppo del Pd: Michele Emiliano, Enrico Rossi e Roberto Speranza hanno stretto un patto e scritto un documento che verrà letto all’assemblea nazionale del Pd domenica prossima, nel quale sottolineano la loro distanza dalle conclusioni del segretario Matteo Renzi e dalla sua idea di partito, personale e leaderistico. Loro volevano il sostegno al governo fino al 2018, un congresso senza forzature e una conferenza programmatica nel quale trovare l’unità. “Ma siamo stati inascoltati”, dicono a La Stampa.
E guardando all’appuntamento di domenica, Emiliano in un’intervista a La Repubblica sottolinea senza mezzi termini che “Matteo le ha perse tutte non lo segue più nessuno o cambia linea o siamo fuori”. “La divaricazione – sostiene il governatore pugliese – forse è già insanabile. Sabato lanciamo la nostra proposta, l’ultima chance al Pd. Se Renzi accetta, bene. Altrimenti, domenica andremo via. Mi sforzo di evitare lo strappo, ma fedele ai miei valori”.
Il pubblico di riferimento, spiega Emiliano, è vasto – “l’universo dei centristi, riformisti e radicali italiani” – e “la bacchetta magica si chiama politica, ma perché funzioni bisogna coinvolgere le persone”. Nel Pd di oggi, il governatore non ci si riconosce quasi più, “se le differenze superano il limite del tollerabile, ognuno per la sua strada”. E “il proporzionale – ricorda – spinge a forze identitarie”.
L’ultimo sondaggio pubblicato da La Stampa dà la popolarità del Pd in caduta libera: solo un italiano su tre è convinto che sia in grado di vincere le elezioni, il partito è considerato poco unito (l’81% degli intervistati lo considera frammentario e composto da più correnti), prossimo a una spaccatura (per il 63% potrebbe dividersi) e poco vitale (tre italiani su quattro lo vedono così).
Quanto alla leadership, a guidare ci sono Michele Emiliano (56), Sergio Chiamparino (53) e Giuseppe Sala (51), mentre Matteo Renzi si ferma al sesto posto su otto (41) avanti solo a Gianni Cuperlo (35) e Massimo D’Alema (20). (Fonte Agi).
Ieri, in un tweet di Emiliano, si leggeva questa dichiarazione congiunta dello stesso Governatore pugliese, Speranza e Rossi:
L’ultima Direzione nazionale del Partito Democratico è stata animata da un dibattito ricco e plurale. Le conclusioni del segretario (Renzi, ndr)non hanno rappresentato questa ricchezza di posizioni e visioni, che ci caratterizza come la più grande comunità civile e politica del Paese. L’esito della Direzione è stato profondamente deludente e ha sancito la trasformazione del Partito Democratico nel Partito di Renzi, un partito personale e leaderistico che stravolge l’impianto identitario del PD e il suo pluralismo. Abbiamo chiesto un impegno preciso: il sostegno al governo sino alla sua scadenza naturale, un congresso senza forzature e preceduto da una conferenza programmatica nella quale ritrovare l’unità, ma siamo stati inascoltati. Per questa ragione, sabato mattina, saremo tutti assieme al Teatro Vittoria, con l’obiettivo di costruire un’azione politica comune, per rivolgere un appello a tutti i nostri militanti ed attivisti e per impedire una deriva dagli sviluppi irreparabili. Il Pd non può smarrire la sua natura di partito del centrosinistra, che trova le sue ragioni fondative nel principio dell’uguaglianza e nei valori della Costituzione.
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