Lucia Uva e altre 8 persone rinviate a giudizio. Paoloni (Sap): «I processi mediatici non fanno bene a nessuno»

Lucia Uva, sorella di Giuseppe Uva morto nel 2008 e altre otto persone sono state rinviate a giudizio, su decisione del Gup del Tribunale di Varese, con l’accusa di aver diffamato due carabinieri e sei poliziotti. Alla sbarra, oltre alla signora Uva, Alberto Biggioggero (testimone ora in carcere per l’omicidio del padre), i giornalisti Salvo Sottile e Romana Marocco, l’ex direttore di La7 Paolo Ruffini e altri quattro giornalisti. L’accusa è quella di aver ricostruito la morte di Giuseppe Uva, negli ambiti di una trasmissione TV nel 2013, imputandola al pestaggio di Carabinieri e Poliziotti all’epoca sotto processo e oggi assolti.

«I processi mediatici non fanno bene a nessuno – commenta Stefano Paoloni Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) – determinate situazioni vanno discusse ed esaminate nei giusti ambiti. Non bisogna mai trascinare un processo sugli schermi e fuori dalle aule di tribunale e, soprattutto, mai pronunciarsi prima che a farlo sia la Magistratura. La presunzione di innocenza sancita dall’articolo 27 della nostra Carta Costituzione è un assunto purtroppo spesso violato. Questo – conclude Paoloni – è poi il risultato per chi questi principi non li rispetta».

(Foto Varese news)

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