Lettera aperta dei lavoratori della Santa Teresa

BRINDISI – Gentile redazione,

In questi giorni è stato pubblicato attraverso gli organi di informazione, un articolo riguardante l’annosa Vertenza della Società in House Santa Teresa Spa, che denunciava l’inerzia da parte della Regione Puglia a voler risolvere una volta per tutte la questione della Partecipata.

Occorre doverosamente precisare quanto segue:

In riferimento all’articolo pubblicato questi giorni attraverso gli organi di informazione, sulla mancata volontà da parte della Regione Puglia a far ripartire la Santa Teresa SpA, ci preme puntualizzare, che anche la Provincia non scherza quanto a mancata volontà.

In questi anni di CIG , abbiamo assistito ad un ruolo della Provincia   – e di conseguenza della Partecipata – che ha lasciato molto a desiderare.

Ai tavoli Istituzionali, non si sente mai spendere una parola a favore degli “Amministrativi” e della loro storia di ex precari dell’Ente che avevano maturato i requisiti per poter transitare nell’organico della Provincia.

Non si ascolta mai un intervento in merito ad un Piano Industriale che, per quella parte che riguarda i Supporti Amministrativi, è meramente fittizio, cioè finalizzato esclusivamente all’ottenimento dell’ammortizzatore sociale.

Ci siamo sempre chiesti: come mai è stata condotta una gestione puramente arbitraria della rotazione?

Come mai, non sono mai state chieste alla Provincia le motivazioni dettagliate del perchè si è scelto di eliminare il “Servizio supporto amministrativo agli uffici vari”?

Vorremmo ricordare che del Servizio Supporti Amministrativi agli Uffici Vari, facevano parte gli ex precari dell’Ente Provincia di Brindisi, che dopo aver subito un’ingiustizia colossale e cioè la mancata stabilizzazione prevista dalle Finanziarie Prodi negli anni e 2006 e 2007, sono stati fatti transitare nella Società Santa Teresa- raggirando le varie Leggi Finanziarie. Il suddetto personale è stato affidato con un contratto FISE Multiservizi negli stessi identici Uffici della Provincia con gli stessi identici ruoli.

Come mai queste unità lavorative formate e professionalizzate negli anni, che tanto servivano negli uffici, adesso sono fuori dalla rotazione da quasi due anni ed esclusivamente assoggettati alla CIGD a zero ore?

Perché anziché intervenire solo ed esclusivamente a favore del Centro Faunistico, non ci si è soffermati, durante gli incontri Provincia – Prefettura – Sindacati – Società, al perché è stato fatto un affidamento per un Ufficio dell’Ente permettendo di lavorare, anche se per alcune ore, ad una sola unità lavorativa, anziché far ruotare un gruppo di personale amministrativo che aveva i requisiti previsti per poterlo fare?

Perché quell’affidamento è stato ritirato anzitempo ed affidato all’esterno?

Non c’è mai una vera presa di posizione in merito ad un limitato gruppo di dipendenti che, in questi anni è stato letteralmente favorito nel senso che, nonostante la Società non sii a regime, a tal gruppo è stato permesso di espletare quasi tutte le 40 ore settimanali lavorative, senza peraltro intaccarne la tredicesima e la quattordicesima mensilità.

Per carità, sappiamo benissimo che la Società legalmente può farlo, ma quando è in atto una crisi, i sacrifici devono essere ripartiti su tutta la forza lavoro perché si tratta sempre di soldi pubblici di una Società a totale capitale pubblico.

Sempre in merito al Piano Industriale, si fa notare, che è riportato un Ufficio Europa da Istituire del quale sono assolutamente sconosciuti i tempi di realizzazione.

Quindi, conveniamo che non si tratta solo ed esclusivamente di mancata volontà da parte della Regione Puglia, che sicuramente non ha fatto tutto ciò che doveva fare, ma la mancata volontà, era e resta soprattutto da parte della Provincia. Ci preme sottolineare, che in questi anni se non fosse stato per la Taske Force Lavoro della Regione Puglia, la Provincia e di conseguenza la Società ci avrebbero già licenziati.

Sicuramente non tutti sono a conoscenza, dei vissuti e di tutte le volte che hanno tentato di licenziarci o di portarci a firmare un nuovo contratto, il cosiddetto Job acts.

A breve sicuramente la Società avvierà l’ennesima procedura di licenziamento, senza che nessuno abbia tentato seriamente un vero rilancio che avrebbe permesso il rientro al lavoro di tutti.

f.to UN GRUPPO DI EX PRECARI

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