Una diffusa ed accreditata ipotesi sostenuta da nostrani politologi, ritenuti tali, pone  il vero momento di confronto fra le forze politiche interessate alla formulazione delle prossime liste elettorali del Comune di Brindisi, non prima del mese di dicembre c.a probabilmente al fine di mantenere sotto copertura i faraonici programmi con i quali  intendono  presentarsi  alla cittadinanza assicurando la realizzazione degli stessi.

Ora, allo stato vi è di certo la situazione di profonda precarietà finanziaria dell’Ente,  ereditata dal disciolto Consiglio Comunale, che il nutrito Organo commissariale ha raccolto impegnandosi  nella risoluzione della sola gestione ordinaria del Comune e rimenando tutte le altre problematiche agli amministratori  che saranno eletti dalla consultazione elettorale.  Ovviamente,saggia decisione sarebbe  stata per  l’Organo prefettizio l’avvio di uno studio di fattibilità al fine di determinare le cause e, porvi rimedio, circa le motivazioni che da anni costringono l’Ente a registrare situazioni di dissesto economico finanziario facilmente rilevabili da modesti lettori di atti pubblici contabili resi dal Comune.  Tutto sommato, però,dalla breve  gestione prefettizia, ad oggi,  non emergono atti amministrativi di estrema non condivisione come quello riguardante la delibera  2/16, adottata da S.E. il Commissario Castelli, fatta propria e sottoscritta acriticamente dalla intera dirigenza del Comune,   sulla attuale discreta situazione finanziaria non solo dell’Ente, ma addirittura della partecipata Brindisi Multiservizi. E’ intuibile che la forza del coraggio può venire meno al confronto con corazzate classi di lavoratori all’interno del Comune sicchè difficile è pensare a concorsi pubblici  per assunzioni  in ogni ordine e grado come altrettanto inutile è la processione all’Organo commissariale per sostenere obiettivi che giammai potranno essere oggi  realizzati.

Allo stato quindi, di diritto e di fatto, l’Organo Commissariale,peraltro accerchiato in parte dalla struttura  burocratica che ha preferito legittimamente adire la Magistratura del Lavoro a tutela dei propri diritti,  dovrà  gestire la difficile fase comunale con due organi, giusto per dire,  che sono precisamente quello di Vertice amministrativo e quello del Collegio dei Revisori che detiene  ancora le funzioni  di frenare con l’espressione del parere, per esempio, le irrituali richieste di anticipazione di cassa alla Banca Tesoriera che  evidenziano lo stato di illiquidità finanziaria, ma ancor più la creazione di debiti fuori bilancio con conseguenti danni erariali per effetto degli interessi bancari che non possono essere addebitati ai cittadini. Sicuramente non conoscono i funzionari ministeriali  gli stratosferici  avanzi di amministrazione attestati anni addietro dai rendiconti di gestione e neppure hanno avuto possibilità di seguire  per detti anni le operazioni, “sine titulo” di eliminazione di notevolissimi  importi di residui attivi. E, non  per ultimo, ma solo per citazione, è presumibile che l’Organo commissariale non sappia delle responsabilità amministrative rivenienti  per  aver erogato illegittimamente ad un geometra per 7 anni di seguito  retribuzioni per ferie  non godute ponendo l’interessato   in quiescenza   senza provvedere  al recupero del maggiore importo pagato; incredibile è poi la circostanza del licenziamento di fatto, o di diritto, di una dipendente che si è vista riconosciuta dalla Magistratura tutte le retribuzioni  arretrate per effetto della dimenticanza dell’atto di licenziamento da parte dell’Ufficio.

In relazione ai fatti di cui sopra, nessun provvedimento è stato adottato per introdurre chiari meccanismi correttivi  contabili al fine di ricercare il superamento delle anomalie che hanno affondato l’Ente che, invece, ben  avrebbe potuto, prima del commissariamento seguire tutte le percorribili vie per  evitare,  al di là delle parole che non contano più, le pesanti  ricadute sui cittadini.

Orbene, utile appare richiamare l’attenzione dei candidati alla prossima consultazione elettorale, la non trascuratezza dei  fatti segnalati ancorchè  delle numerose denunce giacenti presso la Sezione giurisdizionale di Bari della Corte dei Conti.   

Ed allora in rapida e concreta sintesi è opportuno evidenziare che non sono molti i cittadini conoscitori delle norme,procedure e programmi  di funzionamento dell’apparato burocratico municipale  ad eccezione di due soggetti, segretario generale  e dirigente del settore finanziario che hanno l’obbligo per le qualifiche rivestite  di conoscere  e bene l’intera nozionistica di riferimento.

Le funzioni del segretario generale sono descritte nell’art. 97 del Tuel oltre che dallo Statuto e regolamenti dell’Ente e che in estrema sintesi sono circoscritte, anche dopo la riforma dello Statuto dei segretari comunali e dopo l’eliminazione del parere preventivo di  legittimità sulle deliberazioni, nel ruolo di garanzia della legalità e correttezza amministrativa dei provvedimenti adottati  dall’Ente.

E’ evidente che, laddove venissero  meno le funzioni dell’Organo di Vertice amministrativo, conseguentemente nascono profili di cattiva gestione della cosa pubblica oltre a danni certi di natura erariale che inesorabilmente cadono sulla cittadinanza che, è certo, non intende più sopportare in avvenire ulteriori pesi tributari.

Sono ravvisabili i presupposti  perché il segretario, fresco di nomina, nel mantenimento  delle funzioni  attribuite vorrà contribuire ad una diversa immagine dell’Ente, anche in vista della prossima consultazione elettorale, che dovrà assicurare preliminarmente la presenza cristallina del vertice amministrativo.

Ed è proprio all’enorme mole di lavoro assegnato  al segretario generale che opportuna sarebbe la rinunzia, avendone facoltà, dall’incarico, per esempio di presidente del  Nucleo di Valutazione, che mal si concilia con le funzioni di vertice amministrativo e con le motivazioni di  inutilità dichiarate dal Collegio dei Revisori. Ove possibile, questo Organo di vertice dovrebbe senza indugio leggersi, ove non lo abbia già fatto, le relazioni sul piano anticorruzione al Comune  redatte dai sui predecessori  e  laddove vengono espresse considerazioni riconducibili  ad ipotesi di rilevanza penale.

Per quanto riguarda il  Servizio Finanziario, “intelligenti pauca”  utile potrebbe essere il richiamo al vecchio ma non superato assioma “Il Comune cammina sulle gambe del Servizio Finanziario”   che indica la  eventuale impossibilità operativa di un Ente a stare sul “mercato” per gestire i bisogni della comunità amministrata.

Il citato servizio, escluso un breve periodo,  è affidato da tempo ad una dirigente che ha trascorso la lunga attività lavorativa in quell’Ufficio Ragioneria di cui ne è diventata responsabile e tale resterà sino al momento del pensionamento che non è prossimo per buona fortuna.

Della suddetta dirigente e tralasciando le non comuni doti personali che la distinguono, sono moltissimi  a conoscere  l’attaccamento al  lavoro per il quale passavano in subordine festività, ferie ed agevolazioni connesse alla sua qualifica.

Tuttavia, appare probabile che l’attaccamento alla istituzione comunale, l’attrazione al pensiero amministrativo espresso in particolare dall’Ufficio del Pensatoio, la generosità verso colleghi,  le eventuali assurde richieste da fonti politiche o amministratori, abbiano svolto un ruolo contrastante con le precise funzioni che fanno capo al Servizio finanziario.

Orbene, non vi è necessità alcuna, ma avvertita è l’esigenza di rammentare che nel maggio c.a. il Collegio dei Revisori ha espresso parere favorevole al nuovo regolamento di contabilità del Comune ed allora ricade inesorabilmente sulla dirigente del Servizio la verifica degli atti contabili. In buona sostanza dovrà avere la forza del coraggio di  procedere solo  a pagamenti  muniti del motivato parere di regolarità contabile, segnalando i casi anomali al segretario generale ai fini del non riconoscimento dei debiti fuori bilancio e per danni erariali. Suvvia,signora, si tratta di porre le uscite in rispondenza del bilancio.

Franco Leoci

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1 COMMENTO

  1. A mio modestissimo parere trattasi di un’analisi angosciante, nello stesso tempo però mi sembra di intuire che l’autore dell’articolo, profondo conoscitore della macchina amministrativa auspica per il futuro una direzione esperta.
    Un sindaco “di casa” in piazza Matteotti.
    Cordiali saluti A.Lombardo

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