“L’Amministrazione del ‘ripristino della legalità’ e della ‘discontinuità con il passato’ in ritardo con il piano anticorruzione”

Gabriele Antonino

Mi piace, nei ritagli di tempo, compulsare i siti istituzionali degli Enti territoriali. Mi sono così imbattuto, nel sito della Amministrazione Provinciale, in un avviso pubblico con cui si invitavano i cittadini a  fornire osservazioni, proposte e suggerimenti per l’aggiornamento del Piano triennale per la prevenzione della corruzione e della trasparenza.

Mi sono chiesto se analoga iniziativa era stata adottata dalla Amministrazione Comunale di Brindisi.

Niente di tutto questo!

Ma non solo: nella sezione “trasparenza” del sito del Comune compare ancora il Piano triennale per la prevenzione della corruzione e della trasparenza 2018-2020 adottato dal Commissario Straordinario con delibera assunta con i poteri della Giunta Comunale n. 68 del 08/03/2018.

Ho quindi voluto approfondire l’argomento.

Orbene ho scoperto che nel suddetto Piano è espressamente previsto che debba essere il Consiglio Comunale a definire, con un provvedimento di natura generale da adottare auspicabilmente entro il 30 novembre, gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza e che tale atto debba essere propedeutico all’aggiornamento annuale del PRPCT, adempimento che dovrebbe essere assolto dalla Giunta entro il 31 gennaio.

Con lo stesso provvedimento il Consiglio Comunale dovrebbe prevedere la promozione di maggiori livelli di trasparenza, individuando specifiche aree a rischio, diverse da quelle obbligatorie e generali, di cui pubblicare dati, documenti e informazioni e stabilire eventuali modifiche organizzative al fine di assicurare al Responsabile per la prevenzione della corruzione funzioni e poteri idonei allo svolgimento del ruolo con autonomia ed effettività e in modo imparziale, al riparo da possibili ritorsioni.

Depositerò, quindi, nella giornata odierna una apposita interrogazione consiliare con cui chiedo al Sindaco di conoscere le ragioni per le quali  il Consiglio Comunale non è stato convocato con all’ordine del giorno tale argomento e se la mancata approvazione, nei tempi stabiliti dalla normativa di riferimento, degli atti di competenza della Giunta e del Consiglio possono comportare l’adozione di possibili sanzioni nei confronti della Amministrazione Comunale da parte delle Autorità preposte al controllo. Ho chiesto altresì di sapere se è intendimento del Sindaco promulgare un avviso pubblico per acquisire dai cittadini osservazioni, proposte e suggerimenti come disposto dall’Autorità Nazionale Anticorruzione con Delibera n. 1074 del 21 novembre 2018 e come ha provveduto a fare l’Amministrazione Provinciale di Brindisi dallo stesso Sindaco presieduta.

Qualcuno potrà fare della facile ironia su queste mie sollecitazioni atteso il mio cognome, che peraltro porto con orgoglio.

Ebbi modo di dichiarare, all’atto della presentazione della mia candidatura al Consiglio Comunale, che da quel momento in poi sarei stato solo Gabriele ANTONINO e non “il figlio di…”.

Sono conscio che una parte rilevante dei consensi che mi sono stati tributati dai cittadini sono riconducibili all’affetto che i brindisini ancora nutrono per mio padre.

E l’affetto e la stima che mi lega a lui si sono ulteriormente rafforzati dopo la sua scelta di abbandonare ogni carica di Partito pur di non condizionarmi.

Ma prima o poi bisogna indossare i panni di Edipo.

Qualsiasi essere umano raggiunge l’età adulta nel momento in cui “uccide” metaforicamente il padre o la madre ovvero esce da una condizione di dipendenza psicologica dai genitori ed acquista autonomia di vita intellettuale. Questo vale a maggior ragione in politica, ed a Brindisi in particolare, dove occorre superare  gli schemi del passato per disegnare finalmente quel nuovo modello di sviluppo che tutti si augurano e che non è solo economico ma anche intellettuale e culturale.

Del resto lo slogan scelto dal PRI in campagna elettorale, “per un nuovo inizio”, voleva significare proprio questo:  una scelta di discontinuità con il passato, chiunque ne fosse stato il protagonista.

Non intendo deflettere da questo proposito e credo di averlo dimostrato in questi pochi mesi di consiliatura.

Niente e nessuno potrà farmi discostare da un comportamento rigoroso, di assoluta osservanza della normativa che disciplina i doveri e le funzioni di coloro i quali sono chiamati a ricoprire incarichi pubblici.

Questo mi ha consentito, e mi consentirà, di potermi sempre esprimere liberamente e di poter porre in risalto eventuali omissioni o mancanze che dovessero caratterizzare l’agire della Amministrazione Comunale.

Non posso non rilevare, infine, come ancora una volta il Consiglio Comunale non sia stato reso partecipe di argomenti di estremo rilievo per la vita cittadina.

Si tratta di un comportamento che oramai connota l’Amministrazione Rossi e che tutto lascia trasparire piuttosto che la voglia di “cambiare la storia” come molti si attendevano.

Gabriele ANTONINO

Capogruppo PRI

1 COMMENTO

  1. il consigliere del PRI non è l’ultimo a rilevare la mancata informativa all’Organo assembleare su atti importanti o sul coinvolgimento di argomenti di rilievo per la gestione della città, ritenendo a tal riguardo di dover presentare un ordine del giorno per il prossimo consiglio. Non condivido la decisione assunta, che potrebbe configurarsi solo come il voler apparire, da poichè norma e regolamenti per il caso di specie individuano le responsabilità dei soggetti ed organi preposti cui rivolgersi. Ciò detto, penso che sull’argomento relativo al piano triennale 2018/2020 per la prevenzione della corruzione e trasparenza, al di là della lunghissima delibera commissariale di adozione (pag. 145) e superando a piè pari la descrizione dell’origine semantica del termine corruzione, delle particolari norme di diritto penale legate ai fenomeni corruttivi o il pensiero di antichi filosofi del Sacro Romano Impero, vengono effettuati rilievi e suggerimenti per il contenimento in generale del fenomeno di corruttela. Se poi si volesse dare uno sguardo al piano
    anticorruzione redatto nel 2017 dall’allora segretario generale del Comune, formato da 55 pagine in cui sono evidenziate la sussistenza di “pressioni terze”sulla gestione dell’Ente, lascio pensare alle ipotesi conseguenziali. Ben altre sono le responsabilità che rivengono dalla mancata conoscenza degli atti assunti dalla gestione commissariale che sono alla base della gestione dell’Ente.
    Brindisi 04/02/2019 Franco Leoci

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