La vecchia Chiesa del Rione Cappuccini teatro per una sera con la rassegna “Voci, luci ed Ombre”

“Siamo irriverenti nei confronti delle regole, qui ogni cosa si mescola all’altra, ne diventa una nuova attimo dopo attimo per svelare, farsi dubbio, poi gioia e paura. Rimangono le stelle: una folla di madri a illuminare la via, in una dimensione onirica e visionaria, in cui si ritrovano, forse, tutte le madri del mondo”.  M.A. Gallo/ F. Cito

Quarto e penultimo appuntamento di questa interessante rassegna che vede il TeatroDellePietre in scena in luoghi sacri e che per una sera diventano “teatro”. Se è vero che “il teatro è là dove qualcuno ascolta e qualcuno dice” come afferma Marcantonio Gallo, allora quale miglior luogo di una chiesa per dare spessore e risalto alle parole?
La rassegna teatrale “Voce, Luci & Ombre” è ospitata in luoghi sacri scelti per ospitare le cinque performances; luoghi molto suggestivi e che ben si adattano agli argomenti trattati. Il tema di quest’anno infatti è il viaggio interiore alla ricerca del sé. Da qui quindi la necessità di disporre di “mappe emotive” per districarsi nel dedalo di parole e negli infiniti percorsi che portano alla luce la propria interiorità.
Abbiamo perso la connessione con noi stessi” spiega Marcantonio Gallo, “occorrono nuove mappe per muoverci sicuri sui sentieri che quotidianamente percorriamo. È paradossale: ci connettiamo ogni giorno col mondo attraverso i social ma dimentichiamo di collegarci con noi stessi”. Madre 2.0 prova a riconnettere i fili dell’interiorità. L’intera rassegna ha questa connotazione, ogni reading e spettacolo è stato pensato come una specie di tappa per la ricerca del se. “Non è facile oggi confrontarsi” aggiunge Fabrizio Cito, “siamo sempre più spesso nascosti dietro gli schermi dei nostri computer e basta un tablet, o anche un paio di occhiali scuri, a mascherare gli sguardi, quasi a voler negare le nostre profondità”. Occorre disegnare nuove mappe per ritrovarci e ritrovare le nostre emozioni, e il teatro ha ancora una sua funzione in questo senso: rende possibile l’introspezione. In questo spettacolo l’intento è proprio quello di traghettare chi ascolta dentro un mondo celato, di togliere metaforicamente le lenti deformanti della nuova socialità, spesso più esteriore, e tornare s vedere – e sentire – con il proprio cuore. Condividere è la parola d’ordine. Che si tratti di parole o emozioni o immaginazioni non importa. A teatro andiamo per farci sorprendere ed attraverso di esso riusciamo a focalizzare meglio noi stessi e ciò che ci circonda: il pianeta da una parte, noi dall’altra, quasi in contrapposizione, con in mezzo una specie di universo nero a dividerci, e niente a tenerci stretti o legati”. “Viviamo in un’epoca dominata dalla comunicazione, ma spesso tendiamo a non raccontare chi siamo davvero. Si comunica sempre, lo testimoniano i social, ma comunichiamo davvero? Siamo circondati da voci, suoni, immagini, in una sorta di caleidoscopio di emozioni. Ma a volte ogni cosa si annulla nel frastuono del mondo, perché preferiamo indossare una maschera e nascondere il nostro vero “io”. Madre 2.0 prova ad essere un sogno vero, il vero volto del l’emozione.
INGRESSO LIBERO CON PRENOTAZIONE – Chiesa vecchia dei Cappuccini – ore 20
drammaturgia e regia di Marcantonio Gallo e Fabrizio Cito
in scena:
Sara Palizzotto
Giampiera Di Monte
Marialuisa Capurso (performer e vocal)

Ingresso libero con prenotazione 3273928001

Sara Palizzotto e Giampiera Di Monte

 

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