“La cucina aristocratica nel Regno di Napoli: Vincenzo Corrado e le sue opere”

Venerdì 5 aprile 2019, alle ore 18.00, presso l’Hotel Palazzo Virgilio, Brindisi, il Convegno di Cultura “Maria Cristina di Savoia” di Brindisi e l’Accademia Italiana della Cucina, Delegazione di Brindisi, hanno organizzato una conferenza sul tema: “La cucina aristocratica nel regno di Napoli: Vincenzo Corrado e le sue opere”. Relazioneranno: La dott.ssa Aloisia Lamberti, Presidente del Convegno di Cultura “Maria Cristina di Savoia” di Brindisi e Delegata Regionale per la Puglia e il dott. Alessandro Corso, Delegato AIC Brindisi. Presenta e coordina i lavori, la giornalista, dott.ssa Anna Consales.
La storia di Napoli passa per la cucina e la tavola, così come insegnò il grande Pellegrino Artusi, considerato il padre della cucina italiana, scrittore, gastronomo e critico letterario, autore di un notissimo libro di ricette:”La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene”. Senza Napoli, la cucina italiana non esisterebbe, perché la tradizione partenopea sta alla gastronomia, così come la Toscana alla lingua, il Piemonte all’unificazione politica e Milano all’economia.
Anche l’aristocrazia napoletana trova un posto d’onore. Da ricordare Carolina di Borbone che, nella seconda metà del settecento, amplio’ gli orizzonti della cucina napoletana, raffinandola e impreziosendola. La tavola assunse una sfumatura diversa e diventò il mezzo, attraverso il quale, le classi più agiate manifestavano il loro potere. L’aristocrazia napoletana di quel periodo, era capace di spendere cifre da capogiro per banchetti squisiti e veramente luculliani. Come sempre, ogni regola ha la sua eccezione e, a questo proposito, non possiamo non ricordare Maria Cristina di Savoia che, nonostante le sue nobili origini, era vicina al popolo sotto tutti i punti di vista. Maria Cristina, donna sempre lontana da eccessi e da peccati, riteneva che ogni boccone di cibo dovesse essere equamente diviso, perché considerato un dono del cielo. Era molto credente e praticante, un vero modello di vita per tutto il popolo napoletano. Considerava il cibo, un atto sacro, di rispetto, di moderazione e virtù.
“La storia della religione e della cucina sono la storia del mondo”.

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