“La banana, la mosca e la candela. Arti visive e musica pop. Cinquant‘anni di copertine (1967 – 2017)” Martedì 28 all’Unisalento

LECCE- Il connubio tra arte contemporanea e musica pop, suggellato dalle copertine dei dischi degli ultimi cinquant’anni, entra in un’aula universitaria con un seminario a cura di Domenico Saponaro, dal titolo “La banana, la mosca e la candela. Arti visive e musica pop. Cinquant‘anni di copertine (1967 – 2017)”.

L’evento si terrà martedì 28 novembre 2017 alle 9,30 nel Dipartimento di Beni Culturali presso l’Università del Salento, nell’ambito del programma dei “Dialoghi sull’Arte Contemporanea tra Storia e Attualità” indetti dal TASC – Territorio Arti Visive e Storia dell’Arte Contemporanea.

Le vicende e le manifestazioni dell’arte contemporanea a partire dagli anni ’60 del secolo scorso si sono spesso incrociate con quelle della musica pop: i grandi maestri del ‘900, gli street artists, gli sperimentatori delle visual arts variamente interpretate si sono volentieri confrontati con i 12’ della copertina del disco in vinile e con i suoi contenuti, firmati a loro volta da musicisti che hanno fatto la storia della musica, in larga parte espressione e fruizione delle giovani generazioni.

Le ragioni sono diverse: dalla volontà di fuoriuscire dalle pareti delle gallerie e dei musei al desiderio di sperimentare nuove modalità espressive legate al contenuto di quel quadrato 30×30, a esigenze puramente commerciali e popolari derivanti dalla possibilità di accedere a fette di mercato ben più larghe di quelle tradizionali ed entrare in contatto con più ampie fasce di pubblico.

Da Salvador Dalì a Andy Wahrol e Roy Lichtestein, da Keith Haring a Banksy, da Joan Mirò a Jeff Koons, fino alle più giovani leve, tanti artisti hanno firmato le copertine dei dischi di grandi autori della storia della musica pop.

Attraverso un’ampia rassegna ragionata delle più significative cover d’autore degli ultimi cinquant’anni, Domenico Saponaro, critico d’arte e conduttore radiofonico musicale sin dalla nascita delle prime radio “libere”, offre spunti di ulteriore riflessione sull’arte contemporanea e di approfondimento di un fenomeno artistico e sociale che ha interessato più generazioni di artisti, musicisti e fruitori.

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