Iniziato il processo a carico del parroco di Latiano, accusato di circonvenzione di incapace

LATIANO – E’ iniziato lunedì 11 novembre, con l’ascolto dei primi testi, il processo a carico di  Don Angelo Altavilla, 58 anni e già parroco della Chiesa Madre di Latiano, coinvolto in una inchiesta giudiziaria per circonvenzione di incapace, dapprima archiviata e poi riaperta. Dopo il rinvio a giudizio, il tribunale in composizione monocratica aveva fissato per l’11 marzo 2019 l’inizio del processo.

A sporgere denuncia nei suoi confronti è stata la famiglia della signora Vita Maglie, una donna di 89 anni che, poco prima di morire, ha nominato il prelato suo erede universale. Un tesoretto da un milione di euro che comprende un appartamento in paese di 150 metri quadrati, una villa in campagna, terreni con alberi d’ulivo, un garage, 503mila euro in contanti ed una polizza vita da 88mila euro.

Vita Maglie

Eppure la signora Vita, seppur non sposata, aveva altri parenti. Una di questi è Daniela, cugina di secondo grado, che l’ha ospitata in casa negli ultimi anni della sua vita, quando, cioè, l’anziana signora – già malata di Alzheimer – ha iniziato ad accusare con frequenza i sintomi della malattia. Per questo motivo Daniela, nel febbraio 2015, ha sporto denuncia alla caserma dei carabinieri di Latiano perché certa che quella somma donata a Don Angelo sarebbe frutto di un’opera di raggiro: il parroco, in  sostanza, si sarebbe approfittato della donna. Ma ancor prima del decesso – era il 2011 – la signora Vita, all’insaputa dei suoi parenti, aveva cointestato a Don Angelo il suo libretto di risparmio.

Quando l’anziana donna è morta, nell’aprile 2014, i familiari scoprono – proprio da Don Angelo – dell’esistenza di un testamento, il cui contenuto li lascia sconvolti: il parroco era stato, infatti, nominato erede universale.  A questo punto, i parenti della signora Vita decidono di andare a fondo alla vicenda, coinvolgendo i carabinieri che iniziano a fare controlli incrociati sui conti della donna e del parroco. La Procura apre un fascicolo.   Nel frattempo, Don Angelo viene trasferito a Bari, presso il Tribunale Ecclesiastico regionale. E’ il 2 settembre 2015 e a distanza di un mese e mezzo il caso viene archiviato. Ma la famiglia di Vita non ci sta e si oppone all’archiviazione. Il caso viene riaperto e  Don Angelo viene rinviato a giudizio.

Nel frattempo, il giudice per le indagini preliminari, dr.ssa Stefania De Angelis aveva disposto il sequestro conservativo dei beni immobili già appartenuti alla signora Vita Maglie e che consistono in un appartamento di Latiano in via Risorgimento 41, in due locali rimessa, sempre a Latiano, in via Osanna 71 ed in un fondo rustico in agro di Mesagne, in contrada Vergine, con vecchio fabbricato a piano terra.

La prossima udienza si terrà il  17 marzo 2020 con l’ascolto degli altri testi. La famiglia Maglie è seguita dagli avvocati Sartorio e Rizzo.

 

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1 COMMENTO

  1. Quello che ho letto non mi scovolge più di tanto, queste cose nei paesi piccoli sono sempre successe, certo i preti sono i primi ad apprifittare della povera gente, io do’ragione ai parenti, vinca la verità, anche se è difficile trovarla,!!!!!! ??

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