Incontro a cena con Giovanni Impastato: l’8 settembre a Pantanagianni

CAROVIGNO – “Oltre i Cento Passi”, per un Impegno comune contro le mafie e la corruzione, per i diritti, la legalità, la trasparenza e la partecipazione: ospite straordinario Giovanni Impastato, venerdì 8 settembre alle 20, presso il ristorante Pineta 2000 di Pantanagianni, nella Marina di Carovigno. Introduce Vito Uggenti, Segretario Prc / Se / di Carovigno. Partecipa Nicola Cesaria, Segretario Regionale Prc – Puglia Dialoga con Giovanni, Gino Marchitelli. Vi aspettiamo in tante/i alla Cena di Impegno, di Memoria, di Partecipazione e di Legalità… per stare insieme con Giovanni IMPASTATO, fratello di Peppino Impastato e figlio di Felicia Impastato. Affrettatevi con le Prenotazioni: la quota di Partecipazione alla Cena è di 15 Euro ( è inclusa la sottoscrizione al PRC / SE di Carovigno ). Per le Prenotazioni alla Cena: Ristorante Pineta 2000 di Pantanagianni (Donato) cell. 333 313 0357 Info evento: Vito 339 86 86 504 – Gino 345 239 6442 Il Libro di Giovanni Impastato “Oltre i Cento Passi”, per chi vorrà acquistarlo, lo troverà disponibile durante la serata della Cena.

Giovanni Impastato, nato a Cinisi nel 1953, ha raccolto l’eredità del fratello Peppino e portato avanti la lotta che il fratello aveva cominciato a intraprendere. È tra i fondatori di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, impegnata da quarant’anni in prima linea nella sensibilizzazione e nel contrasto alla criminalità organizzata. La sua voce accorata e sincera racconta il conflitto di chi ha vissuto la mafia e l’antimafia all’interno delle mura domestiche, e la successiva battaglia nel nome della legalità e della verità. Con la pubblicazione di “Oltre i Cento Passi” per la prima volta fa il punto della situazione delle mafie – e delle antimafie – in Italia. È la primavera del 1977 quando Peppino Impastato, insieme a un gruppo di amici, inaugura Radio Aut, una radio libera nel vero senso della parola. Da Cinisi, feudo del boss Tano Badalamenti, e dall’interno di una famiglia mafiosa, Peppino scuote la Sicilia denunciando i reati della mafia e l’omertà dei suoi compaesani. “Una voce talmente potente – si legge in una nota – che poco più di un anno dopo, la notte tra l’8 e il 9 maggio, viene fatta tacere per sempre. Ma pure questo è uno degli errori della mafia: pensare corto. Perché, anche se non era scontato, la voce di Peppino da allora non ha mai smesso di parlare, di lottare per la dignità delle persone, di illuminare la strada. È una strada lunga, se si pensa che ancora oggi chi ha depistato le indagini sull’omicidio di Peppino ha fatto carriera, mentre chi invocava la verità non c’è più. Ma è una strada percorsa ormai da migliaia di persone.

LASCIA UN COMMENTO