FASANO – I contadini hanno avuto modo di toccare con mano quanto già realizzato a due passi da “casa”.

Una delegazione degli imprenditori agricoli dell’Area Protetta di Torre Guaceto guidata da tecnici e amministratori del Consorzio di Gestione ha visitato l’impianto di affinamento e riutilizzo delle acque reflue di Forcatella, Fasano.

Qui il nuovo impianto opera a valle dei trattamenti biologici del contiguo depuratore comunale su uno scarico altrimenti destinato al mare in Tabella1. Il sistema realizzato persegue l’obiettivo del recupero integrale della risorsa idrica attraverso aliquote recuperate destinate al riutilizzo. Questo trattamento integrato permette di ottenere acque affinate di ottima qualità.




In vista della realizzazione di un impianto similare proprio a Torre Guaceto che permetterà il riutilizzo dei reflui in agricoltura ed interventi di conservazione ambientale, i contadini hanno avuto modo di toccare con mano quanto già realizzato a due passi da “casa”.

Loro, i primi attori coinvolti in questo procedimento di conversione virtuosa hanno trovato risposte per tutti i dubbi del caso e si sono detti entusiasti per la novità che li coinvolgerà con l’attivazione dell’impianto di affinamento di Torre Guaceto. Questo non solo permetterà di tutelare l’ambiente, ma renderà possibile anche la dismissione dei pozzi artesiani attualmente utilizzati dagli agricoltori della Riserva, con conseguente abbassamento del cuneo salino della falda, e anche un notevole risparmio economico per gli stessi operatori.

Quanto all’impegno in tal senso dell’ente gestore si sottolinea che nella fase di progettazione e realizzazione dell’impianto per il riutilizzo dei reflui si chiederà ad Acquedotto Pugliese l’impiego di tecniche e tecnologie simili a quelle utilizzate nell’impianto di Forcatella, grazie alle quali si è garantita un’elevata qualità delle acque.

“Il progetto ideato dal Consorzio di Gestione di Torre Guaceto – ha dichiarato il presidente dell’ente, Vincenzo Epifani – prevede l’utilizzo di circa la metà delle acque affinate. Nel caso in cui non verranno realizzati altri interventi per l’uso di queste in agricoltura, il Consorzio chiederà che le stesse vengano immesse nelle trincee drenanti già realizzate e quindi in falda, permettendo così il ricarico di questa con acque dolci e, contestualmente, riducendo o eliminando del tutto lo scarico a mare attraverso la condotta sottomarina”.




Redazione

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