BRINDISI – Il Tribunale di Brindisi ha dichiarato il fallimento della società Acque Chiare S.r.l.
E’ questo il verdetto del collegio giudicante a seguito del ricorso promosso dalla Banca Monte dei Paschi di Siena, la quale l’1 dicembre 2017 ha avanzato richiesta di fallimento nei confronti della società convenuta adducendo di vantare nei suoi confronti crediti superiori a 30.000 euro, e ciò sulla scorta di un decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Brindisi.
La ricorrente ha assunto – tra le varie motivazioni – che la società debitrice è in stato di insolvenza per non aver onorato i propri debiti e per la mancanza di diritti immobiliari e mobiliari a garanzia del credito.
In udienza la società Acque Chiare Srl si è opposta alla dichiarazione di fallimento asserendo che il decreto ingiuntivo era stato opposto e la sua efficacia esecutiva sospesa dal giudice competente. La parte resistente ha inoltre spiegato che nel 2008 è stata attinta da un sequestro preventivo e che gli immobili ad essa riconducibili sono stati oggetto di confisca nei primi due gradi di giudizio, ma al contempo la società ha sottolineato che la situazione è suscettibile di variazione in quanto la Corte di Cassazione dovrebbe dichiarare la prescrizione del reato di lottizzazione abusiva con conseguente revoca della confisca e restituzione del patrimonio immobiliare alla società.
In merito alla possibilità di un ritorno in bonis della società Acque Chiare, però, la ricorrente ha replicato in udienza che la società resistente, nella nota integrativa al bilancio di esercizio chiuso nel 2016, concludeva che “un eventuale esito negativo dei provvedimenti e dei contenziosi in corso potrebbe compromettere definitivamente la continuità aziendale della società”.
Il Tribunale, valutate quindi le ragioni esposte dalle parti, ha accolto l’istanza per la dichiarazione di fallimento, e ciò in quanto esistono tutti i presupposti per la dichiarazione di fallimento.
Intanto, sussiste il superamento del limite di 30.000 euro per la debitoria, il che fa scattare le procedure concorsuali: tanto si evince, oltre che dal credito vantato dalla Monte dei Paschi, anche dall’esposizione verso l’Agenzia delle Entrate (4,9 milioni di euro) e dal totale di debiti risultante dal bilancio 2016 (8,9 milioni di euro).
Inoltre, secondo il Tribunale la società riveste senza alcun dubbio i requisiti di fallibilità, in quanto l’ammontare dei debiti supera i 500.000 euro e l’imprenditore versa in stato di insolvenza, ovvero di impossibilità di adempiere con regolarità alle proprie obbligazioni, e ciò si manifesta nel caso di specie nella assoluta impossibilità di porre in essere azioni volte al recupero dei crediti.
Tutto ciò – secondo il Tribunale – è sintomatico di una situazione di impotenza della società avente natura strutturale e non transitoria.
Pertanto, il Tribunale ha deciso di nominare curatore fallimentare il dottor Massimo Bellantone, individuandolo per ragioni di opportunità al di fuori del contesto brindisino.