
BRINDISI – Una squadra perimetrale come l’Happy Casa, che ha in organico due lunghi impalpabili in attacco sia da sotto (per caratteristiche) che da fuori (per motivi misteriosi), non può che perdere le gare se tira da fuori con il 23% ed il 19% come accaduto nelle ultime due partite successive alla pausa di campionato.
Una pausa che ha fatto male, malissimo alla squadra, perché non ha consentito di recuperare Clark, che giocando sul problema agli adduttori ha finito per lesionarseli, e perché ha restituito un Banks peggiore di quello visto in precedenza. E se anche la panchina, vero segreto del fantastico avvio di Brindisi, produce valutazioni con numeri negativi (Rush -5, Moraschini -1), allora sì che la situazione inizia a diventare preoccupante.
Ed ecco allora che risuonano come profetiche le dichiarazioni rese dal d.s. di Reggio Emilia, Alessandro Frosini, prima della sfida contro Brindisi, quando dichiarò che l’Happy Casa avrebbe incontrato difficoltà perché partita troppo forte, così come iniziano ad avere un senso le affermazioni prudenziali del d.s. Giofrè dopo la vittoria contro Brescia, quando parlò di una squadra non strutturata per sognare.
Eppure se tutti hanno visto in questo gruppo qualcosa di speciale, non si può pensare ad un tratto che si sia trattato di un abbaglio collettivo. Da qui al 26 dicembre ne capiremo di più, allorquando Brindisi, senza il suo play titolare, si troverà ad affrontare consecutivamente in casa Virtus Bologna e Cremona. Lì si che si vedrà di che pasta è fatta questa squadra.
Andrea Pezzuto