BRINDISI – Dormitorio, questione rifiuti, Brindisi Multiservizi: erano queste le tre bombe ad orologeria che il Commissario Giuffrè aveva promesso di disinnescare nel corso del suo mandato. Osservando la percentuale di differenziata raggiunta, i lavori effettuati al dormitorio ed il bilancio 2017 della partecipata, chiuso in utile per la prima volta dopo 6 anni di perdite sanguinose, si può sostenere che Giuffrè ed i suoi Sub-Commissari hanno ampiamente ottemperato al loro dovere di artificieri.
Ammonta a 32.601 euro l’utile prodotto dalla BMS nel 2017 – al netto delle imposte pari a 125.450 euro -, e se si dà uno sguardo ai bilanci del 2015 e del 2016, chiusi con perdite pari a 950.000 euro ed a 870.000 euro, c’è da gridare al miracolo.
Il lavoro svolto dall’Amministratore Unico Giovanni Palasciano ha portato al contenimento dei costi operativi per 600.000 euro e ad una diminuzione dei debiti rispetto al 2016 pari a circa 2,5 milioni di euro.
Un risultato affatto scontato se si considera che qualcuno, nei mesi scorsi, millantava che anche i bilanci del 2015 e del 2016 sarebbero stati chiusi in utile. Ed invece…
Adesso non resta che attendere il responso della Corte dei Conti in merito al Piano di Revisione Straordinaria inviato dal Comune, ma con un bilancio in utile sarà difficile che i giudici contabili possano calare la mannaia.
Andrea Pezzuto
Il risultato positivo di bilancio 2017, non conoscendo il documento contabile ed il parere espresso al riguardo dal Collegio dei Revisori interno alla società, oltre al modestissimo importo conseguito, che potrebbe essere anche il frutto di rettifiche contabili di poste di bilancio, non costituisce motivo di superamento di tutte le valide preoccupazioni finanziarie da più parti rilevate sulla precaria situazione amministrativa-contabile della società Brindisi Multiservizi. Intanto, il socio unico della società, dr. Santi Giuffrè, per quanto è dato sapere ancora inadempiente nell’esercizio del controllo analogo e probabilmente ancora alla ricerca della conciliazione di poste contabili di dare/avere con la partecipata, deve esercitare l’obbligo di procedere alla verifica con il proprio organo di controllo di detto bilancio oltre ad un vigile esame degli atti adottati dalla società in parola. Non appaiono consentiti interventi di peso, adottati motu proprio dal commercialista barese gestore della partecipata, senza il coinvolgimento del socio unico come per esempio sulla quantificazione di onorari, sulla retribuita istituzione della nomina dell’Organo di sorveglianza all’interno della società o sull’adozione del piano industriale. Ho fondato motivo di pensare che i nuovi organi comunali risultanti dalle elezioni, difficilmente vorranno superare a piè pari le diverse problematiche inerenti le società partecipate. Brindisi, 25/04/2018 Franco Leoci