BRINDISI – La controversa, nonché paradossale, questione relativa alla costruzione della palazzina alle spalle della Fontana Tancredi sta assumendo tratti oscuri, tanto che è stata chiamata in causa la Procura della Repubblica.
Avevamo lasciato la questione con un punto interrogativo gigantesco. Ad oggi, la vicenda non pare sbrogliarsi, anzi, si aggraverebbe ulteriormente.
Il 25 ottobre scorso, le associazioni Italia Nostra e Legambiente, supportate dal loro legale, l’avvocato Stefano Latini, si erano riunite proprio in loco per fare il punto della situazione e cercare di bloccare i lavori del palazzo multipiano, dichiarato più volte illegittimo. Il cantiere si era bloccato, per poi riprendere il quotidiano funzionamento a distanza di qualche mese, senza però avere una autorizzazione.
Infatti, il TAR di Lecce ha definito l’intervento in oggetto “non conforme alle vigenti norme urbanistico-edilizie”. L’avvocato Latini confida in un intervento della Procura della Repubblica, che dovrà decidere se assumere un provvedimento di sequestro o meno del cantiere.
In principio la Provincia di Brindisi stava alla finestra, perché, di fatto, l’avvio dei lavori è stato autorizzato dal Comune. Ora, invece, l’Ente provinciale ha inviato una nota a Palazzo di Città, chiedendo il blocco dei lavori e la chiusura del cantiere, altrimenti provvederà essa stessa ad operare in tal senso (con potere sostitutivo), proprio perché trattasi di lavori illegittimi.
“Io solleciterò la Provincia – ha dichiarato Latini – affinchè si chiuda la procedura”.
Ma perché si parla di illegittimità dei lavori? La risposta la dà direttamente la Curia, mediante una nota, in cui rivendica la totale proprietà del terreno, in cui v’è l’enfiteusi perpetua.
“Gli eredi Longo – spiega l’avvocato – hanno acquistato il terreno (presente sempre l’enfiteusi perpetua) dalla Curia, per poi cederlo a Labate Giuseppe che, a sua volta, lo ha girato alla ditta EdilMic per i lavori”. Il tutto, sigillato dal notaio Michele Errico, il quale, però, forse, avrebbe peccato di superficialità, non controllando l’atto di proprietà, che la stessa Curia sostiene di non aver mai affrancato.
La Procura della Repubblica, invece, interverrebbe sull’abusivismo edilizio, perché la costruzione alle spalle della Fontana Tancredi supera abbondantemente il monumento e ciò è orripilante, nonché deturpante per la fontana stessa.
Sta di fatto che la presenza di una betoniera a ridosso del cantiere e gli operai a lavoro costituisco una ‘strana’ illegittimità; si può parlare di abusivismo edilizio?
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Tommaso Lamarina Redazione |