Falsi incidenti stradali, 12 arresti a Francavilla Fontana. C’è anche l’ex vice sindaco. 162 gli indagati

12 arresti e 162 indagati. Un vero e proprio terremoto si è abbattuto su Francavilla Fontana. L’operazione è stata messa a segno questa mattina dalla Guardia di Finanza ed ha visto tra gli arrestati l’ex vice sindaco della Città degli Imperiali Luigi Galiano, attuale consigliere comunale di opposizione. L’inchiesta, condotta dalla Procura della Repubblica di Brindisi, ha ipotizzato a carico di Galiano e degli altri 11 arrestati – 5 dei quali sono finiti in carcere, mentre 7 ai domiciliari – una presunta associazione finalizzata alla frode ed anche all’estorsione. Galiano è finito in carcere, insieme ad altre quattro persone, tra cui il fratello Michele. L’operazione è scattata all’alba. I militari della guardia di finanza hanno eseguito l’ordinanza del gip del Tribunale di Brindisi Maurizio Saso. Le indagini, che ruotano attorno a un giro di presunti falsi incidenti, sono state coordinate dal pm Francesco Carluccio della Procura di Brindisi.

Le attività di polizia giudiziaria, svolte con il coordinamento e delega della Procura della Repubblica di Brindisi, hanno consentito di riscontrare la probabile esistenza di una vera e propria associazione a delinquere della quale facevano parte sei persone tra cui tre avvocati, un medico ed altri soggetti che, operando professionalmente ed in modo stabile in un lungo arco temporale (da almeno sei o sette anni), hanno denunciato alle compagnie assicuratrici decine di presunti falsi incidenti stradali, producendo anche falsi certificati medici di Pronto Soccorso ed altri falsi certificati di prolungamento di malattia, e ricorrendo anche a false testimonianze (si contano addirittura 32 casi accertati), che venivano rese con preoccupante disinvoltura nei giudizi instaurati davanti ai competenti Tribunali ed Uffici del Giudice di Pace.

Sono stati riscontrati, inoltre, almeno tre casi di possibile corruzione in atti giudiziari di testimoni, in quanto venivano elargiti agli stessi compensi affinché rendessero false testimonianze in giudizio.

Le citate ipotizzate attività illecite hanno consentito ai presunti sodali di ottenere illeciti profitti in danno delle compagnie assicuratrici costrette ad erogare indennizzi per inesistenti danni a cose e persone. È emerso il coinvolgimento di una nutrita platea di soggetti, che venivano reclutati dall’associazione per ricoprire i diversi ruoli di conducente, trasportato, investito o testimone nella causa civile, ai quali venivano corrisposti, secondo un vero e proprio tariffario, compensi predeterminati in maniera fissa in relazione al diverso ruolo assegnato nella vicenda.

É stato, infine, riscontrato uno specifico episodio di estorsione aggravata, commesso da alcuni dei partecipi dell’associazione a delinquere in concorso tra loro e con due pregiudicati, che sarebbe consistito nel costringere alcuni dei soggetti reclutati in un falso sinistro stradale, che erano beneficiari degli assegni emessi dalla compagnia assicuratrice, a rendere il dovuto agli organizzatori della frode accontentandosi del compenso fisso predeterminato pattuito tra loro.

Secondo le ipotesi investigative, gli indebiti risarcimenti assicurativi riguarderebbero circa 61 sinistri stradali verificatisi negli anni dal 2015 al 2019, alcuni dei quali completamente inesistenti ed altri verificatisi realmente, ma le cui conseguenze in termini di danno a cose e persone venivano fraudolentemente amplificate, inserendo spesso ulteriori soggetti trasportati nei veicoli coinvolti nella ipotizzata falsa rappresentazione e producendo documentazione medica ideologicamente falsa, in modo tale da conseguire maggiori guadagni.

Complessivamente sono 162 le persone indagate, a vario titolo, per reati di associazione a delinquere, frode in danno di compagnie assicuratrici, falsità ideologica in atti pubblici (certificati del Pronto Soccorso), falsità in altri certificati medici, falsa testimonianza, corruzione in atti giudiziari.

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO