“Fallimentare gestione emergenza Covid a Brindisi di Regione ed Asl: ma per Pasqualone la colpa è dei sanitari. Stiamo su scherzi a parte”

 BRINDISI- Riceviamo e pubblichiamo una nota di Oggiano e Conte (Fratelli d’Italia):

 

Le ASL della Puglia in generale, e quella di Brindisi in particolare, hanno avuto, rispetto all’esplosione epidemica, in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, circa quindici giorni per potersi adeguare alle linee guida dettate dai vari DPCM, per potersi adoperare all’acquisto di respiratori meccanici, D.P.I., di individuare strutture idonee per l’accoglienza degli ammalati Covid. Tutto ciò non è stato fatto (soprattutto Brindisi), quindi ci si è trovati in piena pandemia senza risposte adeguate. Sin dall’inizio della emergenza per circa dieci giorni, la struttura manageriale dell’ASL di Brindisi non è riuscita ad individuare una struttura dedicata idonea che potesse seguire, accudire e curare gli ammalati Covid; durante questo lasso di tempo si continuava a ricoverare in modo indiscriminato, dando come punto di riferimento, per i ricoveri Covid, i soli reparti di Malattie Infettive e Pneumologia dell’ospedale Perrino, rispettivamente di 10 e 14 posti letto, che per una provincia che conta circa 400.000 abitanti, risultano assolutamente insufficienti. Si fa presente che nell’ambito della ASL vi sono almeno tre strutture ospedaliere, non attive, ma perfettamente funzionanti, come l’Ospedale di S. Pietro Vernotico, Mesagne e Ceglie Messapica ed una struttura privata convenzionata, la Salus, che avrebbero potuto agevolmente trattare tutti gli ammalati eventualmente da ricoverare; all’interno di tali strutture vi sono  sale operatorie  fornite di impianti di gas medicali atti alla assistenza respiratoria forzata, che in caso di massima urgenza, avrebbero potuto garantire il soccorso anestesiologico. Ma alla fine si è deciso di dare all’Ospedale Perrino, unico nella provincia ad essere multispecialistico, il ruolo di ospedale Covid. In tutte le province pugliesi, ad esclusione di quella Brindisina, sono state individuate strutture separate dal presidio ospedaliero multispecialistico, proprio per evitare commistioni e contagi a catena.  All’interno dell’Ospedale Perrino, da  metà Febbraio, sono stati attivati dei percorsi distinti per evitare la commistione tra ammalati infetti e non, ma nonostante le ripetute reprimende da parte di tutte le sigle sindacali dei Medici e del personale sanitario e dei relativi ordini professionali come anche dei gruppi consiliari di FdI della Regione, della Provincia e del Comune di Brindisi, atte a far capire alla Dirigenza Asl che all’interno di quei percorsi vi erano falle enormi, nessuna azione è stata intrapresa (corridoi di passaggio in comune  tra reparti Covid e non Covid, come anche gli ascensori ad esempio). Solo il  19 Aprile, dopo ripetuti contagi da parte del personale sanitario, la Dirigenza Asl ha fatto un passo in dietro, riconoscendo i vari sbagli. Da allora sono passati quasi venti giorni e a tutt’oggi non esiste in questo presidio un percorso Covid. Durante tutto il periodo di quarantena i pazienti asintomatici transitavano c/o il Pronto Soccorso e successivamente inviati nei reparti di competenza, senza eseguire un tampone preventivo, alcuni di questi pazienti sono risultati poi positivi (ma solo a causa della necessità di essere trasferiti c/o altri nosocomi per il termine delle cure), contagiando in questo modo il personale sanitario ed ausiliario del reparto e di tutto il Presidio. Dopo ritardi ciclopici, rispetto quello fatto in altre Regioni, il  24 Aprile è stata inaugurato un prefabbricato,  per far posto a 28 postazioni di terapia intensiva, spesa non ancora quantificata, nonostante le ripetute richieste indirizzate alla Direzione Generale ed alla Regione Puglia; moduli questi, che alla fine della emergenza, verranno disassemblati e portati altrove quando si sarebbe potuto capitalizzare tale spesa all’interno del Perrino dove esiste, in disuso ormai da circa cinque anni, tutto un reparto di Terapia Intensiva chiuso per ristrutturazione! Per quale arcano motivo non si è  approfittato del tragico evento pandemico per investire tutti quei soldi nel ripristino di quella struttura? Si profila un indiscutibile danno erariale che meriterà di essere attenzionato dagli organi competenti. I sanitari tutti, ad esclusione del personale dei reparti Covid, non sono stati dotati di DPI adeguati, anche se il Direttore Generale ha sempre tronfiamente assicurato il contrario, per cui una gran parte del personale era protetto solo da mascherine chirurgiche assolutamente obsolete nel combattere la diffusione del virus e le mascherine FP2 venivano poi cortesemente elargite al personale dei reparti nei quali si erano già verificate delle positività di pazienti e/o sanitari  (medici-infermieri ed oss), quindi solo dopo l’evento che si sarebbe dovuto scongiurare. Durante le prime settimane di lock down il personale del Pronto Soccorso, accettava pazienti protetti solo da mascherine chirurgiche.  Per non parlare delle decisioni del “Medico Competente“, il quale ha una assoluta discrezionalità nel porre in quarantena preventiva, o decidere di far eseguire tamponi al personale venuto a contatto con pazienti Covid:  non si è ben capito come mai  diversi medici e sanitari vari venuti a contatto con lo stesso paziente positivo, hanno avuto dei percorsi di screening diversi. A questa domanda non c’è   mai stata una risposta. Tutto questo ha portato l’Ospedale Perrino a dover chiudere, a causa della  positività di un gran numero di sanitari, i reparti di Pneumologia, Chirurgia Generale, Neurochirurgia e non ultimo Oculistica all’interno della quale erano già stati accorpati i reparti Otorino, Dermatologia ed Endocrinologia, ovvero un intero Ospedale! Sicuramente fatto unico in Puglia e probabilmente in Italia. E oltre il danno la beffa: il Direttore Generale dell’Asl Pasqualone ha pensato bene di  scaricare su tutto il personale sanitario la responsabilità della fallimentare gestione dell’emergenza Covid nell’ospedale Perrino affermando che gran parte del personale non è in grado di seguire correttamente le direttive emesse e di non saper indossare correttamente i presidi,  portando la provincia di Brindisi ad essere   percentualmente la più colpita nella regione e la terza in tutto il sud-Italia! Stiamo su scherzi a parte! E’ inutile dire che ad oggi solo una miserrima percentuale di operatori sanitari del Perrino sono stati sottoposti a tampone, e che una grossa percentuale di loro è risultata positiva al Covid-19.

Alla luce di quanto denunciato  i gruppi consiliari di Fratelli d’Italia del Comune di Brindisi e della Provincia di Brindisi hanno interessato il responsabile nazionale Sanità di Fratelli d’Italia on. Marcello Gemmato affinché  interroghi con urgenza il Ministro della Sanità Speranza chiedendo un eventuale ispezione ministeriale all’Asl della provincia di Brindisi.

Dott. Massimiliano Oggiano

Capogruppo FdI Comune di Brindisi

Vicepresidente del Consiglio Comunale di Brindisi

Francescantonio Conte

Capogruppo FdI Provincia di Brindisi

Consigliere comunale di Oria

 

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2 COMMENTI

  1. lodevole riassunto sulla pessima gestione del coronavirus tenuto dalla direzione amministrativa ASL di Brindisi e certamente utile ed opportuno
    è attenzionare gli organi parlamentari del FdI, come hanno fatto altre forze politiche, sul caso Brindisi. Tuttavia, rilevando la caparbia ostinazione del presidente della Regione che ha voluto confermare nell’incarico di direttore generale dell’ASL quel barese Giuseppe Pasqualone, si ritiene non preclusa l’azione di segnalare agli organi di controllo (Collegio dei Revisori) i fatti accaduti nel caso siano stati provocati danni erariali.
    Brindisi 08/05/2020 Franco Leoci

  2. una disamina della problematica quella fatta da Oggiano puntuale e concisa che ha messo in evidenza l’incapacità della Direzione Strategica ad affrontare problemi sanitari. Dicendo sanitari non mi riferisco solo all’emergenza COVID ma a tutto ciò che comprende l’organizzazione sanitaria della ASL BRINDISI. In tutto questo tempo non abbiamo mai sentito alcuna dichiarazione del Direttore Sanitario che secondo Legge avrebbe dovuto organizzare i servizi. La voce del Direttore Generale ha imperversato con dichiarazioni rassicuranti quando invece siamo seduti su una polveriera. E che dire dell’Autorità sanitaria ? Il Sindaco per dirla breve. Non è intervenuto minimamente a difesa dei diritti dei cittadini si è solo limitato a pararsi il “culo”chiedendo di riaprire il Perrino. Signori miei questa gente deputata ad amministrare la nostra salute non è in grado di farlo nè dal punto di vista sanitario ne amministrativo intendendo anche la designazione dei primari l’ultimo quello di medicina che è sempre presente sui giornali a difendere qualcuno e a lui chi lo deve difendere. Sa che la sua mission è quella di curare gli ammalati non fare l’attore. Qualcuno dovrebbe spiegarglielo……

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