BRINDISI – A Brindisi si può destagionalizzare il lungomare e renderlo popoloso non solo durante la bella stagione?

E’ la domanda che attanaglia i quasi 90.000 brindisini, ‘euforici’ da maggio ad agosto, ‘depressi’ durante gli altri mesi dell’anno.

Il lungomare di viale Regina Margherita è una zona ad alto rischio di innamoramento. In queste settimane lo abbiamo visto particolarmente vivo, anche se non come nei passati anni, grazie a diversi eventi: dal Vinibus Terrae alla regata Brindisi-Corfù, passando per il campionato di Tango ed ‘Adotta un Monumento’. Tra qualche giorno, l’esibizione dei bolidi del mare, con l’evento di motonautica (quest’anno non sarà gara valida per il mondiale, così come lo scorso anno). Senza dimenticare le centinaia di crocieristi che bivaccano qua e là, tra le viuzze del centro della città.

Insomma, un colpo d’occhio di notevole fattura, tra gente, navi, barche a vela, luci e… sole. Ciò ha una valenza socio-culturale non indifferente, tale da non invidiare gli altri porti italiani.

Come spesso rimarcato, Brindisi, nello specifico il lungomare, ha in sé enormi potenzialità, evidentemente poco sfruttate da chi ha governato la città nel corso di questi anni. I cittadini converranno col fatto che il territorio viva una condizione quasi esasperata ed esasperante, tra TARI, rifiuti, partecipate, lavoro, casse comunali in rosso e chi più ne ha, più ne metta. Assodato ciò, però, pare un ‘reato’ lasciar cadere nel dimenticatoio, nei mesi invernali, una zona di eccelsa bellezza, quale il lungomare, uno dei principali punti di forza della città.

Una destagionalizzazione della zona dovrebbe e sarebbe dovuto essere l’incipit per gli amministratori, passati e futuri (tralasciamo i due periodi di commissariamento Castelli-Giuffrè, con quest’ultimo in città per 11 mesi), affinchè il territorio possa finalmente emergere da quel torpore che lo avvolge e lo inginocchia sempre più.

Ben vengano idee come quella della dottoressa Petrosillo, presidente della Confesercenti di Brindisi, di tenere aperti i negozi, nel fine settimana, fino a sera inoltrata; in questo modo, a giovarne sarebbe, oltre all’economica locale, anche lo stesso porto interno. Ma questa ed altre idee rimarranno una ‘cattedrale nel deserto’ se imprenditori e politici non avranno il guizzo tipico di una mentalità smart, che dia il là ad iniziative di tal fatta.

E’ facile celarsi dietro un “il Comune non ha soldi”. Lo stesso Ente, i commercianti ed gli imprenditori locali potrebbero tranquillamente unirsi in una sorta di ‘sodalizio’ per il bene della città ed ‘avvalersi’ dell’aiuto incondizionato del lungomare anche nei mesi invernali.

La scena che da settembre si palesa nel porto interno di Brindisi è quella tipica di un film western, con una balla di fieno che rotola nel silenzio più ‘assordante’. Eppure sul lungomare ci sono diverse attività commerciali, che vedono la ‘morte’ nella stagione fredda.

Brindisi pare essere come quei bambini a cui i docenti dicono “è intelligente ma non si applica”. Vero. Ma è vero anche che, in questo caso, i ‘genitori’ (leggi amministratori) non fanno alcunchè per consentire lo sfruttamento di tutte le potenzialità del ‘figlio’.

Il lungomare non va trattato come una prostituta, che serve solo a sollazzare sporadiche esigenze, laddove dovrebbe essere come una Donna da tenere sul piedistallo, da trattare con guanti di velluto, sempre.

Brindisi non aspetta altro… ed i cittadini anche.

Tommaso Lamarina
Redazione

1 COMMENTO

  1. Bisogna liberare il lungomare delle servitù militari ( capitaneria di porto, dogana, caserma finanza) che potrebbero essere alloggiati nell’edificio dove è situata l’Autorità portuale, lasciando i locali rimasti vacanti alla città, si potrebbero organizzare eventi, mostre ecc. , dando al porto una vita anche nei mesi invernali

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