Per chi non ha facebook, una testimonianza importante di un piccolo grande miracolo…..

42,195 km. Questa è stata la distanza che abbiamo percorso io e Claudio Nimis Domenico il 27 Gennaio 2008 a Parabita (LE), e fin qui per i tanti appassionati e praticanti di corse su strada può sembrare una impresa normale. Ma se io invece, tornando indietro di tre mesi, vi dicessi che questo signore dai lunghi capelli neri un bel giorno si è presentato da me in palestra dicendomi: “ Sei tu Danilo? Ed io: si! Lui: … Guarda ho un problema serio, ho tre ernie lombari che sino ad ora mi hanno fatto penare e son riuscito a venire qui, solo con una iniezione di cortisone, cosa possiamo fare?”. Adesso certamente il discorso cambia, non possiamo definire ciò che ha fatto Claudio una impresa normale ma bensì: UNA IMPRESA DA RACCONTARE.

Considerando pure che questo signore non aveva nemmeno corso una Stracittadina in vita sua (gara di 10.000 mt.). Claudio si può dire che ha bruciato tutte le tappe che si dovrebbero seguire scrupolosamente per arrivare pronti ad un evento così importante. Non si può improvvisare una Maratona, ma io in lui ho riconosciuto delle doti che poche persone hanno, e cioè: la capacità di saper soffrire in silenzio, la determinazione, la costanza, la pazienza, tutte doti che certamente formano quella ricetta che come risultante ti dà il nome di quel “dolce/salato” chiamato: Maratona. Abbiamo iniziato il nostro programma camminando sul Tapis roulant con l’inclinazione massima per non sovraccaricare il tratto lombare già ulteriormente compromesso. Il programma, inoltre, comprendeva una infinità di esercizi posturali e di esercizi antalgici di decompressione del tratto lombare e questi esercizi Claudio li esegue ancora oggi, pur non accusando più nessun dolore sulla colonna vertebrale. Poi, abbiamo iniziato ad inserire sul programma lavori intervallati di passo e di corsa lenta solo per alcuni minuti, questo sempre con una certa inclinazione del tappeto. Infine ho provato a fargli fare solo corsa cercando di correggere la postura nella sua fase dinamica: dall’appoggio del piede alla correzione dei movimenti del busto e delle braccia. A questo punto, sentendosi padrone dei propri mezzi, Claudio ha iniziato a correre non più sul tappeto ma sulla strada, aumentando il chilometraggio settimanale da 30-40km a 70-80km e dopo un paio di lunghi con un pizzico di presunzione gli ho proposto la grande distanza 42km e 195 mt.

Quella distanza che tante persone sportive sognano di percorrere e che tanti al primo tentativo falliscono, pur avendo una preparazione di almeno 6 mesi (come è di norma fare) e a volte anche di anni. Claudio invece ha centrato l’obbiettivo in soli tre mesi e con un problema alle spalle non indifferente. E’ stato un piacere accompagnarlo per tutti e 42 km del percorso; ma non pensate per favore che sia stato facile: ci sono stati sì i momenti belli; il percorso offriva dei paesaggi spettacolari con il sole che esaltava i colori e la natura del nostro Salento così bello come mai avremo potuto godercelo, abbiamo incontrato tanta gente e stretto nuove amicizie e ci siamo fatti anche qualche risata. Ma c’è dell’altro; ci sono anche i momenti di sconforto, la paura di non farcela, i dolori improvvisi che ti sfiancano e ti fanno perdere quel coraggio, quella forza che un momento prima ti faceva sentire forte come un leone ed un momento dopo ti sentivi invece come una pecorella, un dolore al fianco, al piede, al ginocchio, addirittura crampi ad intermittenza sull’avambraccio e stanchezza , tanta stanchezza da non riuscire più a dialogare e con la testa bassa si continua pensando solo ad una cosa “devo raggiungere il traguardo, io non mi fermo se non al foto finish”, questa frase continuava a ripetere Claudio nei momenti di crisi e devo affermare che ha avuto ragione lui, è riuscito a centrare l’obbiettivo: terminare la sua prima Maratona senza nemmeno camminare per un attimo. A questo punto è il carattere che deve prevalere, quando queste sensazioni ti sovrastano e soltanto la tua forza di guardare avanti che ti guida, sei da solo, nessuno può dirti cosa devi o non devi fare, se non il tuo carattere e la tua forza di reagire nei momenti di crisi, ebbene si mi sento di dirlo, la Maratona ti insegna anche a vivere, a saper accettare tante cose e a condividerle nella sofferenza con gli altri…

La Maratona è una esperienza da vivere!

Prof. Danilo Capriati

1 COMMENTO

  1. Grazie Danilo per aver fatto parte della mia vita grazie per tutti i saggi consigli dati nonostante la mia testardaggine persone come te dovrebbero essere immortali ma tu sei UNICO. Ciao bello ! Stella

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