BRINDISI –Fare cultura e sport, a Brindisi, è diventato un vero e proprio lusso.

Secondo i dati ufficiali di Economist, aggiornati al 2015, la città più cara al mondo è Singapore. Milano, invece, è quella più cara in Italia (28° posto in questa speciale classifica mondiale). Parliamo di Singapore e Milano. Due realtà profondamente diverse tra loro, ma anche quasi totalmente ‘estranee’ a Brindisi. Brindisi è una città a misura d’uomo, che nulla ha a che vedere con le più importanti metropoli nazionali. Eppure, il capoluogo messapico ha costi esorbitanti, se si pensa che la qualità della vita in genere non è propriamente quella degli standard nazionali.

Prendiamo due attività che, almeno quelle, a Brindisi non smettono di esistere (per ora): cultura e sport. Mantenerle in vita costantemente è diventato quasi impossibile. Molte realtà culturali e sportive hanno deciso, addirittura, di chiudere i battenti, per via dei salatissimi costi che Palazzo di Città chiede per il loro svolgimento. Andiamo con ordine.

Le associazioni culturali, per usufruire degli spazi comunali, sono costretti a versare un canone giornaliero che varia dalle 200 alle 450 euro (IVA esclusa). Nel caso di mostre temporanee, invece, per ogni giorno successivo e consecutivo a quello iniziale, il canone è di 50 euro. Aspettate: nel regolamento che prevede il tariffario, c’è scritto esplicitamente che “annualmente, con proprio provvedimento, la Giunta Comunale varia o conforma le tariffe”. Come per dire “faccio bello e cattivo tempo”. Per eventi di interesse collettivo, che necessitano del salone di rappresentanza o della sala consiliare, la quota è di 150 euro per la durata di tre ore e di ulteriori 25 euro ogni due ore successive.

Anche sposarsi è diventato un lusso (come se già non lo fosse in generale). Pardon, ora non ci si può neppure più sposare. Infatti, il Commissario Prefettizio Cesare Castelli ha vietato, per motivi ancora ignoti, le celebrazioni di riti matrimoniali a Palazzo Nervegna (il canone era fissato a 400 euro). Eppure, in loco venivano celebrati moltissimi matrimoni, per una somma complessiva stimata attorno alle 12mila euro annue. Soldi, questi, che, tanto per esemplificare, sarebbero potuti essere destinati alla manutenzione di quella che, indubbiamente, costituisce una realtà (Palazzo Nervegna) che non ha eguali. Ed invece…

Basti pensare che molte associazione culturali, attesi i costi d’affitto degli spazi comunali, preferiscono usufruire dei locali di altre amministrazioni di provincia, perché gratuiti. E fu così che la cultura a Brindisi venne meno…

Gli spettacoli musicali non sono da meno. Ad esempio, i concerti presso il PalaPentassuglia costano agli organizzatori ben 6mila euro.

Lo sport? Beh, neppure lo sport è meno tartassato dall’Amministrazione. Da precisare che le tariffe delle strutture comunali sono variabili a seconda del bilancio annuale del Comune. Partono da un massimo di 1.200 ad un minimo di 150 euro per ogni gara di campionato. Ma l’impennata l’hanno avuta le sedute di allenamento. Per ogni ora e mezza di allenamento (varia se diurno o serale), una società sportiva versa nella casse comunali dalle 90 alle 30 euro, a fronte delle 4 euro di qualche tempo fa. Sebbene il consumo di luce ed acqua, la manutenzione e tutto il resto siano a carico del Comune, costi di tal fatta diventano davvero impossibili da fronteggiare per le nostre realtà sportive. Non solo. Spesso e volentieri, come scritto dalla nostra redazione lo scorso 24 novembre in riferimento al campo della Torretta, molti impianti sportivi sono privi di illuminazione anche durante le gare ufficiali e senza che ci sia una caldaia funzionante, costringendo, così, gli atleti (in quel caso bambini) ad usare l’acqua fredda per lavarsi, in pieno inverno e di sera.

L’uso degli impianti sportivi è gratuito solo nei casi di attività organizzate dal Comune o coordinate con il Servizio Gestione Impianti Sportivi; attività a scopo benefico con ingresso libero; attività riguardanti atleti militari; svolgimento dei Giochi della Gioventù indetti dal CONI o MIUR.

Insomma, pare che Palazzo di Città, in questi anni, abbia lapidato qualsivoglia plus culturale e sportivo, mozzando la voglia di rivalsa della città.

Stiamo a guardare il repentino ed inesorabile tracollo?

Tommaso Lamarina
Redazione

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