Donald Trump ci ripensa e concede una tregua di altri 90 giorni sull’applicazione dei dazi. Il suo ripensamento è dovuto a diversi fattori. Tra i tanti, il dissenso espresso in moltissime pubbliche manifestazioni da parte dei cittadini americani e di diversi miliardari. Non è casuale, del resto, il giudizio di Musk, che ha definito come un “ritardato” mentale il “suggeritore” di Trump per l’applicazione dei dazi. Ma, tra i tanti fattori, ci sono anche e soprattutto la reazione e il dissenso delle galline statunitensi. Sì avete capito bene: delle galline statunitensi e il perché lo si vedrà in seguito.
I dazi, sono stati decisi da Trump – come è noto – anche per le importazioni delle merci provenienti dall’Europa. Ma, dopo il ripensamento trumpiano, anche la Commissione UE si è adeguata con una moratoria di tre mesi per quanto concerne l’applicazione delle già decise “contromisure”.
Per quanto concerne l’Italia, però, forse ci sarà qualche eccezione. Nonostante tutto e non a caso!
Come è noto, per gli americani – è stato detto più volte chiaramente – i Paesi europei sono solo dei “parassiti”, abituati sinora a sfruttare e abusare della generosità Usa. Ma, ormai, è tempo che – sempre a detta degli statunitensi – gli europei imparino a camminare con le sole proprie gambe e senza fare più affidamento sulla generosità e sulla disponibilità di altri e, in particolar modo, degli Stati Uniti d’America.
Non si vuole entrare nel merito di queste valutazioni. Può anche darsi che gli americani abbiano le loro ragioni in merito, tanto più se sono convinti che l’Europa sia nata – sempre a loro dire – solo “per fregare” gli Stati Uniti.
Duilio (nome di fantasia) non sa cosa rispondere in proposito. Non conosce le ragioni sulle quali gli americani basino le rispettive convinzioni e, pertanto, non osa giudicarle. Sa, però, che l’Europa – a suo tempo – nacque per la lungimiranza di alcuni “sognatori” come Altiero Spinelli, il cui obiettivo fu peraltro ben evidenziato in un manifesto pubblico, meglio noto come il Manifesto di Ventotene. L’obiettivo di un’Europa unita non è mai stato quello di fregare gli Usa, a quanto si apprende dal suddetto manifesto.
Su questo non ci sono dubbi, sottolinea sempre Duilio. Semmai, il sogno vero era solo quello di poter vivere in un contesto di pace con tutti e promuovere in tutti i popoli un concetto prezioso, qual è appunto quello della “pace”. L’unico concetto, in fondo, che può generare un benessere universale e solidale, soprattutto per quei popoli – e non sono pochi – che continuano ancora oggi a vivere sotto l’incubo della fame, delle epidemie, delle guerre, della morte e della distruzione. E tutto questo, mentre a tutt’oggi qualcuno sogna di andare a vivere su Marte. Non si sa ancora bene per quale scopo.
Ma veniamo ai dazi voluti dal magnate Trump, che per i Paesi europei – senza alcuna esclusione, almeno per ora – sono stati fissati nella misura del 20%. Solo per auto, alluminio e acciaio i dazi sono al 25% e non sono previste moratorie.
Al di là delle moratorie, comunque, le decisioni degli americani hanno generato non poche preoccupazioni in tutti, soprattutto per quanto concerne il settore agroalimentare, che, per l’Italia, movimenta svariati miliardi di euro.
In linea di principio, il provvedimento trumpiano riguarda tutti i Paesi europei, come si diceva. Ma, ultimamente, i ben informati non esitano ad evidenziare che per quanto concerne l’Italia, a breve si potrebbe registrare qualche eccezione, per due semplici ragioni. Una riguarda l’amicizia e i buoni rapporti, che alcuni politici italiani hanno saputo coltivare nel tempo con Trump. E non è affatto casuale l’incontro che Meloni intende fare il 17 aprile prossimo con il tycoon. L’altra, invece, riguarda solo e soltanto la figura e la persona del presidente americano.
E’ noto a tutti che quando Trump l’ha scampata bella nell’attentato – che poteva costargli la vita e, invece, se l’è cavata con una semplice ferita di poco conto – l’interessato non ha avuto dubbi nell’affermare che a salvarlo sia stato Dio in persona, anche e soprattutto perché, tra l’altro, è stato sempre Dio a farlo eleggere presidente, allo scopo di rendere nuovamente grande l’America.
Ebbene sì: Trump è convinto di essere un buon cristiano, peraltro “unto dal Signore”. Sempre che non si senta lui un vero e proprio dio.
E’ per questa ragione, che si prospettano eventuali eccezioni per l’Italia. Ma solo per alcune merci, almeno secondo indiscrezioni dell’ultima ora. Tra queste, un trattamento di favore potrebbe essere riservato, per esempio, soltanto al prosciutto “San Daniele” e ai salumi “San Vincenzo”. E’ il riferimento al nome dei Santi che – sempre secondo i bene informati – indurrebbero Trump a fare delle eccezioni. Per il resto le speranze si riducono enormemente. Solo per una qualità di vino, quale il “Sangiovese” si potrebbe aprire un leggero spiraglio. Ma sarebbe opportuno che il nome venisse quanto meno cambiato subito in “San Giovannese”, nella speranza che Trump e i suoi consiglieri ci caschino. Niente da fare, purtroppo, per l’ottimo “Primitivo doc” di Manduria, che in America va alla grande con il nome di “Zinfandel”.
E per questo, Duilio – pugliese verace qual è – è molto dispiaciuto. Anche se non abbandona certo la speranza che i buongustai statunitensi non si lascino intimidire del tutto dall’inevitabile aumento dei prezzi per un prodotto, che è apprezzato molto in America. Non solo in Italia e in Europa.
Allo stato attuale dei fatti, però, si tratta solo di semplici indiscrezioni. E’ bene ribadirlo, per evitare facili illusioni.
Comunque – come si diceva – il nostro presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – facendo affidamento sul rapporto di amicizia e stima, instaurato a suo tempo – ha già programmato per giorno 17 aprile un incontro in America con Trump. Per l’occasione, ovviamente Meloni cercherà di ammorbidire il tycoon e allargare così la sfera delle “eccezioni” sui dazi. Non si sa ancora se la sua mediazione varrà solo per l’Italia o anche per l’intera Europa. Anche perché, al momento, in Commissione UE si parla solo di eventuali “contromisure”, per ora (anche loro) in moratoria, in attesa delle prossime mosse trumpiane.
Sempre, a proposito di nomi di santi che potrebbero tornare utili nella circostanza specifica dell’incontro, si registra la notizia su un’altra possibile carta da giocare (il 17 aprile prossimo), da parte del nostro presidente del Consiglio.
Ancora non si sa se per intervento divino o per interventi di quelli che contano, proprio in questi giorni il Tribunale dei Ministri ha archiviato le accuse di peculato e rivelazione di segreto d’ufficio per l’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Come dire insomma che l’interessato, dopo essere stato “bocciato” come ministro per il “caso Boccia”, ora in qualche modo viene riabilitato e potrebbe tornare utile alla bisogna in occasione della missione di Meloni negli Usa, proprio grazie al suo cognome, che richiama – sia pure indirettamente – il nome di un Santo. Pare infatti che si stia lavorando già per convincere Gennaro (altro Santo noto a Napoli, in quanto protettore della città) ad accompagnare Giorgia negli Usa.
C’è molto impegno in questa direzione e si conta molto nella riuscita dell’impresa. D’altro canto Giorgia – bisogna riconoscerglielo – è una “grande simpaticona”, come dimostrano i risultati ottenuti in tutti gli incontri ufficiali, fatti sinora. Ultimi quelli con i sovrani di Inghilterra – il re Carlo III e la regina Camilla – in occasione dei loro festeggiamenti in Italia per i primi 20 anni di matrimonio (il 9 aprile) e – sempre nella stessa giornata – con la regina di Giordania, Rania al-Yasin, consorte di Abd Allah II.
Solo in questa ultima circostanza si è registrata una leggera defaillance: Giorgia non è stata in grado di competere, purtroppo, adeguatamente con l’altezza e il corpo (da vera modella) di Rania, oltre che per la bellezza. Però – lo si ammetta – tutto questo è roba di poco conto. Per il resto, come sempre, è andato tutto alla perfezione. Inutile soffermarsi sulla circostanza dell’incontro con Carlo e Camilla.
Giorgia rappresenta comunque – non si può non ammetterlo – una donna interessante, un’ottima comunicatrice, con delle doti nient’affatto usuali e una loquela, che riesce comunque a carpire l’attenzione di chi le è di fronte. Soprattutto quando l’interessata è dietro un microfono, per annunciare delle promesse sugli obiettivi del proprio Governo. E poi è anche un’ottima attrice. Chi può mai dimenticare quel video – girato dalla diretta interessata – sulla percentuale delle accise che il Governo incassa su ogni litro di carburante?
Ora, comunque, un po’ tutti gli italiani rimangono in attesa dei risultati che Giorgia riuscirà a portare a casa il 17 aprile.
Certo va subito sottolineato che, in questo momento, Trump non vive tempi facili. Cresce sempre più – come si sa – il malcontento in America per i provvedimenti del Presidente. Provvedimenti che stanno provocando enormi difficoltà per gran parte degli stessi cittadini statunitensi e non solo. Non sono casuali, del resto, le tantissime manifestazioni di dissenso che si stanno registrando ultimamente. Tra le più incisive, quelle provocate dai provvedimenti restrittivi adottati nei confronti del mondo della ricerca, con la conseguente fuga dei cervelli all’estero e soprattutto verso l’Europa.
E proprio la fuga dei ricercatori ha provocato – come è noto – anche la protesta delle galline. Si sottolinea ancora: delle galline. Come tutti sanno, infatti, in precedenza le galline erano state colpite in America dall’epidemia aviaria che, tra l’altro, aveva provocato contestualmente anche la morte di una bimba di tre anni in Messico. Ebbene le galline si sono subito preoccupate moltissimo per la fuga degli scienziati all’estero. Chi si sarebbe occupato e preoccupato ancora di loro – il problema è subito balzato nella loro mente – allo scopo di trovare possibili rimedi contro l’aviaria? E’ ovvio che ora verso Trump, da parte delle dirette interessate, sia un po’ difficile nutrire alcuna fiducia.
Da qui, pertanto, lo sciopero delle galline con conseguente riduzione fortissima nella produzione delle uova. Sciopero, quest’ultimo, riuscitissimo. Tant’è che – come tutti sanno – gli americani hanno chiesto uova al mondo intero. Europa compresa, ovviamente. Ma tutti hanno risposto picche, a sostegno delle ragioni delle galline e contro i provvedimenti trumpiani. Vi sembra poco?
Solo Trump, additato un po’ ovunque e da tutti come un “pericoloso bullo” – sostiene Duilio – non ha ancora capito che la prepotenza non porta mai al raggiungimento degli obiettivi desiderati. E, soprattutto, non genera mai fiducia in chi ci sta di fronte. La storia e la cronaca insegnano: l’uso della forza – gli esempi sono tantissimi in proposito – portano solo morte e distruzione!
Un invito a Trump: se ha delle ragioni – e nessuno le mette in dubbio a prescindere – le faccia valere soprattutto in un confronto democratico e civile. E al bando il bullismo! A 80 anni quasi di età, dovrebbe essere piuttosto facile capire che questa è l’unica strada da percorrere!