Colpo Gobbo: “LU SCEICCU POPPITO” – di Bastiancontrario

In questi lunghi anni, da quando i vari programmi di intrattenimento televisivo hanno preso quella china  spettacolar-morbosa che unisce la cronaca nera a quella rosa, la tragedia alla farsa, il serio al faceto e il drammatico al grottesco, mai si era giunti allo stravaccamento più farsesco raggiunto in questi giorni su tutte le reti televisive. Dopo tanti casi umani e disumani, dopo l’ubriacatura per il caso bestiale della fantomatica pantera nera, tra un ammazzamento e l’altro (uno degli ultimi, un mariticidio, addirittura tramite cianuro,  come nei libri dell’Agatha Christie), tra una zoomata sul solito Fabrizio Corona e un occhiata reverenziale sula casa reale inglese, è tornato a galla il filone “bimbi scomparsi”, e i bravi conduttori strappalacrime si sono buttati prima sull’osso della povera Denise” e poi su quello più fresco e succulento del “povero Mario”: Poveri noi! Abbiamo dovuto subire un fuoco incrociato di puttanate internazionali provenienti dalla lontana Russia per capire che, questa volta, la bufala del ritrovamento veniva dalle gelide steppe dell’Est. Hanno inondato il video di foto comparative tra la bambina scomparsa  e la giovane (bruttina) moscovita ritrovata, e ci hanno propinato il solito menu di inviati molto speciali, avvocati, esperti vari, ecc. Ovviamente tutto è finito in una bolla di sapone, ma non è il risultato che conta, quello che davvero è importante è l’allarme, la ricerca, il casino organizzato. Siamo di fronte ad una sorta di gioco di società, una speciale caccia al tesoro dove tutti fanno finta di credere alle premesse fasulle e ali indizi farlocchi per poi capitolare dopo alcuni giorni di gioco serrato. E lo fanno con la massima faccia tosta, senza vergogna, senza il minimo pentimento e scorno per quella che dovrebbe essere una figuraccia su tutti i fronti. Invece, sui canali Rai e  su quelli Mediaset, il circo Barnum degli improbabili scoop non fa una piega, incassa la magra e si limita a voltare pagina. Nuovo giro, nuova corsa, signori si parte! Ultima bidonata intergalattica è stata quella della favola dello sceicco di Racale. Una supercazzola chiara come il sole sin dal primo istante, una storiella idiota che non stava in piedi neppure con le stampelle della disperazione più matta e della speranza più azzardata. Una mamma visionaria con un coniuge bugiardo che le fa da spalla, ma che appare meno convinto. Una ricostruzione di fatti lontani che non sta insieme nemmeno con lo sputo, una presunta agnizione ridicola e  fuori dal mondo. Ma un ricco magnate degli Emirati ha bisogno di “comprare” un bimbo rapito nel tacco d’Italia per avere un erede? Un musulmano si prende per figlio un “infedele”? Io non me la prendo con quei poveri cristi di Racale, anche se, dopo quasi mezzo secolo, più che straziati dal dolore sembrano essere lusingati da quel quarto d’ora di celebrità che non si nega a nessuno, più che vittime sembrano artefici di una balla mediatica che può recar loro qualche gettone per interviste o imminenti ospitate in studi televisivi. Io me la prendo con giornalisti e conduttori che cavalcano ancora la tigre del sensazionalismo più bieco, del contenitore elastico ricco di facezie e di orrori, un ibrido mix ben al di là di ogni senso etico professionale e di minimo  pudore, un cocktail concepito e mandato in onda da figurini senza coscienza, novelli guitti mediatici, che venderebbero la propria madre pur di favorire gli appetiti morbosi di casalinghe scoppiate e di pensionati curiosi, al fine di  ottenere buoni indici di ascolto. Abbiano davvero  raggiunto il capo Nord del trash, più avanti di così non si può andare, urge un salvifico dietro front, un’inversione di tendenza radicale e responsabile. Almeno è questo che ci auguriamo.

                                                                          Bastiancontrario

 

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