Castello Alfonsino: il Comune spiega le proprie ragioni e le prospettive

BRINDISI – Ieri ci chiedevamo le motivazioni per le quali il Comune non avesse proseguito il rapporto con l’associazione “Mecenate 90”, il quale risultava propedeutico alla redazione di uno studio di fattibilità tecnica ed economica sulla destinazione d’uso del Castello Alfonsino e dell’Opera a corno ed al consequenziale passaggio dell’intera area dall’Agenzia del Demanio al Comune.




Dagli uffici di Piazza Matteotti sono giunte le risposte agli interrogativi posti. A detta del Comune, il primo stralcio del progetto redatto dalla “Mecenate 90”, una volta presentato al Segretariato regionale del Mibact, sarebbe stato accolto con “freddezza” dall’organo regionale. Il Comune ha pertanto deciso di interrompere il rapporto con l’associazione e seguire le direttive del Segretariato regionale, il quale ha richiesto la prospettazione di un quadro di gestione unitario, mentre il progetto dell’associazione, sempre a detta degli uffici comunali, non andava in questa direzione.

Assunto come veritiero ciò, la domanda successiva riguarda le motivazioni per le quali in questi mesi non si è portato avanti l’iter per l’acquisizione della titolarità dell’area. La risposta risiederebbe in una richiesta pervenuta dal Segretariato regionale del Mibact, che a fronte della possibilità di reperire 5 milioni di euro dal Pon Cultura, avrebbe chiesto al Comune di Brindisi di sospendere il Tavolo Tecnico in atto. Quest’ultimo, che consiste nella concertazione delle parti in causa (Mibact, Soprintendenza, Regione, Agenzia del Demanio, Comune, Autorità Portuale), rappresenta la condizione procedurale posta dalla legge sul federalismo demaniale affinché si discuta della destinazione di un bene, si addivenga alla progettazione esecutiva e si concluda l’iter con il passaggio di titolarità.

Quali i prossimi step, dunque? Proprio ieri si sono chiusi i termini per la presentazione delle offerte in merito ai lavori di messa in sicurezza e valorizzazione del Castello previsti nel bando predisposto dal Mibact. Da quando i lavori saranno appaltati, l’impresa aggiudicataria avrà a disposizione 520 giorni per completare gli interventi. Nel frattempo, il Comune riconvocherà il Tavolo Tecnico con le parti in causa, in modo da acquisire nella propria titolarità l’area e poter finalmente bandire una manifestazione d’interessi rivolta ai privati (ecco spiegati i 10 milioni di euro indicati nel bilancio previsionale dell’Ente comunale per la valorizzazione del Bene).

Questo in astratto: in concreto, invece, c’è da affrontare il serio problema della individuazione di un soggetto gestore, che nella sfortunata ipotesi non dovesse essere reperito in tempi celeri, riconsegnerebbe il Castello alla mercé di ladri e vandali. Nella vita ci vuole ottimismo, ma anche il realismo non guasta: si spera che le intenzioni del Comune ed i tempi calendarizzati possano trovare riscontro nei fatti, perché si possa finalmente parlare di efficienza amministrativa e, soprattutto, perché la città possa aggiungere alla propria offerta turistica il suo gioiello più prezioso.

Andrea Pezzuto
Redazione

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