BRINDISI – Quanto avvenuto oggi in Consiglio comunale è la propaggine della riunione tenutasi il 24 gennaio scorso nel quartier generale di Carmelo Palazzo, allorquando i 17 firmatari della mozione di sfiducia al Sindaco Carluccio si incontrarono davanti al notaio Braccio per staccare la spina all’attuale Amministrazione.

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Qualcosa non andò nel verso giusto in quell’occasione e Flores, al termine di quell’incontro, dichiarò ai giornalisti di “non aver capito un cazzo” rispetto ai motivi che avevano portato Luperti ad abbandonare il tavolo. Eppure, proprio Flores fu l’artefice delle offese che avevano surriscaldato gli animi a tal punto da far saltare il tutto.

E sempre Flores, quest’oggi, ha (guarda caso) aperto la seduta del Consiglio annunciando il suo passaggio nella maggioranza attraverso il gruppo consiliare “Democratici e socialisti per Brindisi”, del quale faranno parte anche Ribezzi, Loiacono, Colella e Sergi.

Damiano Flores
Damiano Flores

Il discorso di Flores, intriso di richiami al senso di responsabilità, ha commosso i presenti, così come riempie di orgoglio assistere alla nascita di tutti questi gruppi che terminano la propria dicitura con “per Brindisi”, i cui membri (responsabilmente, si capisce) fungono all’occorrenza da stampella a questa Amministrazione che, però, “per Brindisi” ha fatto davvero pochino.

E sempre rifacendosi a quella frizzante serata del 24 gennaio, si ricorderà che tra i protagonisti della rottura del tavolo ci furono Pisanelli e D’Attis: il primo, oggi, ha votato a favore della delibera di giunta del 23 dicembre scorso, come emendata in 6 punti al termine della seduta; il secondo, invece, non era presente al momento della votazione.

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Tutte coincidenze. Così come avrà rappresentato una coincidenza lo sfogo che Elefante ebbe sempre al termine di quell’incriminato incontro del 24 gennaio, allorquando si disse amareggiato per il comportamento di qualcuno ed espresse l’esigenza di interloquire con i vertici del suo partito perché notò qualcosa che non tornava (chiaro riferimento all’atteggiamento avuto in quell’occasione da Flores).

Gli spunti forniti dalla seduta odierna sono stati davvero numerosi: purtroppo tutti negativi.

Con immensa sorpresa Flores ha annunciato, ad esempio, che lui ed i suoi compagni democratici e socialisti si sentono ‘renziani inside’, e sostengono pertanto il Segretario nazionale. Peccato, però, che tre dei suoi cinque compagni (Loiacono, Ribezzi e l’assessore Brigante) sono stati espulsi dal Pd, e a lui stesso, dopo questa manovra, potrebbe toccare la stessa fine. Probabile che nella mente dei 5 sia affiorata l’idea di rientrare dalla finestra nel Pd attraverso “un’Opa” da lanciare nel Congresso cittadino che vedrà la luce a breve. Staremo a vedere su quali Santi in paradiso il gruppo (compresi gli assessori Brigante e Greco) pensano di poter fare affidamento.

Venendo agli aspetti tecnici della seduta, in 17 hanno votato l’atto di indirizzo di Giunta che prevedeva la ricognizione e razionalizzazione delle partecipate, attraverso la fusione tra BMS ed Energeko.

Oltre a tale delibera di Giunta, redatta il 23 dicembre scorso, i consiglieri sono stati chiamati ad esprimersi: sulle 6 proposte di modificazioni apportate al dispositivo dell’atto, al fine di attualizzarlo con la successiva istruttoria intervenuta dopo quella delibera; sull’emendamento presentato dal consigliere Luperti, col quale chiedeva che i vertici amministrativi di tutte le società a partecipazione comunale abbiano come requisito ineludibile quello del possesso di una laurea.

Andiamo con ordine.

Dopo la dichiarazione del ‘salto della quaglia’ di Flores, Rossi ha chiesto a quest’ultimo di lasciare la Vice-Presidenza del Consiglio, in quanto è un ruolo che compete alle opposizioni. A seguito di tale affermazione, un Loiacono apparso oltremodo nervoso ha dato vita al primo show della sua ricca giornata, sbraitando ed abbandonando momentaneamente l’aula.

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Altro punto caldo è stato l’argomento dell’affidamento dello studio del Piano industriale della Bms all’istituto regionale Ipres, di cui il Comune è socio e del cui Cda parrebbe fare parte Loiacono.

La Miggiano ha spiegato che in un primo momento l’Amministrazione aveva intenzione di affidare lo studio all’Anci, solo che l’onerosità economica dell’operazione ha consigliato di perseguire altre strade, come quella dell’Ipres per l’appunto. L’aspetto controverso, però, è rappresentato dal fatto che non si sappia ancora se il lavoro di tale istituto sarà a titolo gratuito o meno. Tra l’altro Rossi – dopo aver fatto riferimento al fatto che la Carluccio va in giro col padre a raccattare consiglieri di maggioranza – ha espresso perplessità sulla competenza dell’Ipres in materia di piani industriali, in quanto sul sito web dell’istituto non vi è alcun riferimento a tale competenza specifica. Lo stesso consigliere, poi, ha ricordato che: la BMS sta restituendo a rate il milione di euro che aveva ricevuto illegittimamente nel dicembre 2015 dall’Amministrazione Consales; il milione e 400.000 euro accantonato dal Commissario Castelli andava impegnato entro il 31 dicembre 2016, e poiché ciò non è avvenuto, si trova adesso nell’avanzo di amministrazione.

Momenti di fuoco, poi, quando Elefante ha ricordato che Loiacono, lo scorso anno, voleva la chiusura della BMS; il tutto, secondo il capogruppo del Pd, sarebbe a verbale.

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Insomma, secondo parte dell’opposizione qualcuno della maggioranza vorrebbe, di fatto, la liquidazione della BMS; da qui la volontà di mantenere costantemente in perdita la società.

Il discorso si è quindi spostato sul neo-amministratore della BMS, ovvero Camassa, il cui Piano industriale, sempre secondo Rossi, sarebbe stato sconfessato dalla maggioranza, la quale ha ritenuto opportuno rivolgersi all’Ipres proprio perché poco convinta da quanto proposto dal neo-amministratore unico della partecipata. Rossi si è quindi interrogato su quale fosse la ratio della scelta di Camassa, data la pubblica sfiducia palesata nei fatti.

Proprio sul ruolo ricoperto da Camassa si è aperta un’altra discussione furiosa. A seguito della conferma da parte di Luperti di voler mantenere fermo il suo emendamento sulla necessità che i ruoli apicali delle società siano ricoperti da laureati, il Segretario Generale, incalzato da Rossi, ha ammesso che la nomina di Camassa è illegittima, almeno stando alla normativa in vigore.

Vito Camassa
Vito Camassa

Le parole del Segretario sono risuonate come una deflagrazione: non si capisce, infatti, come mai lo stesso abbia dato il via ad una nomina chiaramente illegittima, stante anche il recente riferimento giurisprudenziale che ha riguardato la Asl, il cui direttore amministrativo è stato sollevato dall’incarico perché in possesso di un titolo inferiore ai suoi sottoposti; ciò, per un amministratore che occupa ruoli apicali, non è appunto possibile.

Tale novità potrebbe portare a nuovi scossoni nella maggioranza: Camassa, infatti, era espressione del consigliere Ribezzi, e bisognerà seguire attentamente l’evolversi della vicenda.

Sulla questione della proroga dell’affidamento alla Natuna, infine, si è raggiunto l’apice dell’isterismo collettivo. Una delle modifiche che i consiglieri erano chiamati a valutare, prevedeva una proroga dell’affidamento della manutenzione degli impianti sportivi alla Natuna fino al 31 ottobre. Ciò, in attesa di ricevere un parere tecnico sulla fattibilità del passaggio dell’affidamento e dei dipendenti dalla Natuna alla BMS.

Luperti ha quindi chiesto di stralciare la votazione su questo punto (richiesta respinta), in quanto, di fatto, si tratterebbe di un affidamento diretto da un milione di euro circa.

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Rossi ha rincarato la dose sollevando dubbi sulla legittimità dell’operazione e ricordando come l’Anac richieda, in tali situazioni, un regolare bando di gara.

Sempre sulla questione Natuna si è registrato un furioso litigio tra Alparone e Loiacono (sempre lui), il quale ha poi chiesto l’individuazione di una persona del pubblico che lo avrebbe offeso. Alparone, poi, a sua volta ha riferito al Presidente del Consiglio di aver ricevuto minacce a distanza da parte dello stesso Loiacono.

Infine Rossi è stato artefice di un fitto scambio di battute con il dirigente preposto, Angelo Roma, ed il Segretario generale Alemanno, ai quali ha contestato l’inopportunità, se non l’illegittimità, di demandare ai consiglieri comunali il compito di deliberare su un atto straordinario come un affidamento diretto, competenza che, secondo il consigliere di Bbc, dovrebbe attenere esclusivamente ai dirigenti ed alla Giunta. Secondo Rossi, insomma, si è voluta scaricare sui consiglieri la responsabilità di un atto illegale come l’affidamento diretto. Il dirigente Roma, in risposta, ha spiegato che, per procedere con il passaggio dei dipendenti dalla Natuna alla BMS, è necessario che il Consiglio comunale deliberi su tale atto d’indirizzo ed ha sostenuto che l’operazione è strettamente aderente a quanto previsto dal T.U. sulle Partecipate.

Alla fine della fiera: sono passate le 6 modifiche proposte (tra le quali l’affidamento all’Ipres e la proroga dell’affidamento alla Natuna); non è passato l’emendamento di Luperti sulla richiesta del possesso di una laurea per occupare il ruolo di amministratore di una società pubblica (nonostante il parere contrario del Segretario Generale); è passato l’atto d’indirizzo nella sua interezza, con il voto, come detto, anche di Pisanelli. Sempre “per Brindisi”, ci mancherebbe.

 

Andrea Pezzuto
Redazione

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